In cerca di pace
67a Settimana Musicale Senese. Siena, varie sedi.
Concentrarsi su un capolavoro estremo come la Missa Solemnis di Beethoven costa, ma vale la pena. I frammenti musicali si concatenano luminosi nelle varie parti, fanno di un mosaico con intuizioni lancinanti – l’assolo del violino nel Benedictus – preghiere affannose – l’insistenza sul “Dona nobis pacem” –, un monumento di ricerca «della pace interiore ed esteriore», come annotava il musicista. Il ricordo di Bach, Handel, Cherubini crea una polifonia grandiosa: Beethoven non è mai piccolo, parla per l’umanità. Più che una liturgia, una riflessione spirituale altissima, da ascoltare ed eseguire quasi tremanti. L’Orchestre des Champs-Elysées diretta da Phlippe Herreveghe ha teso a questo traguardo insieme al buon Coro del Collegium Vocale di Gent e ai solisti, fra cui l’ottimo contralto Gerhild Romberger.
Altra tensione invece quella del “monodramma” Anaïs Nin, su testi della stessa Nin, musica dall’olandese Louis Andriessen e dato in prima mondiale. Scabra la scrittura orchestrale, puntata sui fiati; oscillante il canto tra recitazione, inserti video e melodiare della brava Cristina Zavalloni. Cupa la storia psicanalitica di un rapporto al limite del male tra padre e figlia. Non c’è pace, solo tormento. Il nostro tempo, per Andriessen è triste. Durerà per sempre?