In bicicletta da Salisburgo a Grado

La ciclovia Alpe-Adria si snoda per oltre 400 km tra Austria e Friuli: un percorso costellato di gioielli d'arte e di cultura
Ciclovia Alpe-Adria

In una settimana da Salisburgo a Grado, pedalando dalla città di Mozart ai mosaici di Aquileia: è la ciclovia Alpe-Adria, 409 km in bicicletta alla scoperta delle bellezze di Austria e Friuli. I vari Land coinvolti e la regione autonoma già da qualche anno hanno intrapreso uno sforzo comune per mettere a punto un unico percorso di piste ciclabili, nonché di treni-navetta per superare i dislivelli più insidiosi nel caso di ciclisti non proprio allenati: è così possibile partire dai 425m di Salisburgo, attraversando le valli del Salzach e di Ganstein fino a Bockstein, raggiungendo poi in treno i 1191m di Mallnitz. Da lì si attraversa la Carinzia, per entrare in Italia al confine di Tarvisio. Da lì, è tutta discesa: non a caso sono in molti a fare solo quest'ultimo tratto – circa 170 km – che si snoda lungo la vecchia linea ferroviaria dismessa. Vi dirò, in tutta onestà, che è ciò che ho fatto anch'io: tanto più che il lato friulano del percorso tocca degli autentici gioielli d'arte e di cultura.

Si inizia appunto da Tarvisio, cittadina un tempo vivace grazie alle numerosissime caserme, e ora piuttosto svuotata: rimangono comunque le splendide montagne, che offrono un panorama mozzafiato al ciclista di passaggio. Da lì, passando per Pontebba e Moggio – da vedere l'abbazia benedettina del XII secolo, dedicata a san Gallo – si arriva alla città murata di Venzone: un'autentica bomboniera ricostruita pietra su pietra con i pezzi originali dopo il terremoto del 1976, e che nella cappella di San Michele, accanto allo splendido duomo medievale, ospita le mummie – in tutto una quarantina, di cui sei in esposizione – rinvenute a partire dal 1647 nelle tombe della chiesa. Una particolare muffa, l'hypha bombicina pers, aveva infatti interamente ricoperto e disidratato i cadaveri, che si sono perfettamente conservati. Se capitate a Venzone ad ottobre potreste avere l'occasione di partecipare alla festa della zucca: insieme alla lavanda, il principale prodotto tipico della città. Se vi va una deviazione, poco distante c'è Bordano: la città delle farfalle, di cui già si era parlato in questo articolo sul sito di Città Nuova.

Poco più a sud si trova la città simbolo del terremoto, Gemona – la più vicina all'epicentro -, che ha miracolosamente visto la tenuta del duomo di S. Maria Assunta. Unico segno del sisma, le colonne pendenti: che nulla tolgono alla bellezza di questo gioiello, che unisce romanico e gotico, e agli affreschi che lo impreziosiscono. Se ci capitate il giorno dell'Epifania, non perdetevi la messa del Tallero, antica cerimonia in cui l'autorità civile consegna simbolicamente a quella religiosa una moneta d'argento in segno di sottomissione. Se avete le gambe buone, vale la pena salire alla fortezza di Osoppo: al di là dell'interesse storico dei resti, il panorama che si gode dalla cima di questa collina abitata sin dai tempi dei celti spazia su tutta la valle del Tagliamento.

Sorvoleremo sulla sosta a Udine, che in quanto ad attrattive turistiche – dalle Gallerie del Tiepolo al museo del Castello – meriterebbe un articolo a sé; passiamo direttamente a Palmanova, la città dalle mura a forma di stella a nove punte, autentica fortezza. Ancora oggi vi si accede soltanto attraverso le tre porte che consentono di superare il fossato, e si narra che questa forma singolare sia stata scelta per far sì che i colpi dei cannoni degli aggressori, tenuto conto della gittata delle armi del tempo, arrivassero sempre e comunque nella piazza centrale risparmiando gli edifici. Un buon momento per visitarla è il secondo weekend di luglio, quando una rievocazione storica ricorda il momento in cui sulla città fu innalzata la bandiera della Serenissima.

Anche Aquileia e la sua area archeologica – citiamo solo i preziosissimi mosaici del duomo – meriterebbero ben altri spazi: per non far torto a nessuno, andiamo quindi direttamente a bagnarci nelle acque di Grado, dopo aver percorso il lungo ponte che collega l'isola alla terraferma. Si tratta forse di una delle località balneari più famose del Friuli, ma se non vi piace stare in spiaggia, non temete: nel grazioso centro storico potrete visitare il duomo paleocristiano con annesso battistero, e la laguna è disseminata di riserve naturali. Potete anche concludere con un tragitto in traghetto fino all'isola di Barbana, il cui santuario mariano è meta ogni prima domenica di luglio – festa del Perdòn di Barbana – di un pittoresco corteo di barche per sciogliere un antico voto fatto dalla città oltre 800 anni fa. Ma dopo tutti questi kilometri, perché no, la vera degna conclusione potrebbe essere una mangiata di pesce in uno dei tanti casoni di pescatori del litorale…

Tutte le informazioni su http://www.alpe-adria-radweg.com/it

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