In attesa di tempi migliori. . .
Aspettando il Sanremo più pretestuoso della post-modernità (il gattopardesco cambiar tutto affinché nulla cambi è adagio tristemente valido anche per lo showbusiness), ciò che resta del mercato discografico langue, in attesa dei soliti grandi ritorni che come ogni anno riempiranno le cronache musicali dalla primavera all’estate. Sulla carta il menù è ghiottissimo. Nomi altisonanti attesi da tempo, clamorose reunion, valanghe di novità gravide di promesse. La discografia italiana è già in gran fermento anche per via del gran rifiuto degli industriali del disco al festival del signor Renis. Nel momento in cui leggerete queste righe saranno già scesi in campo Fiorella Mannoia con un album registrato dal vivo nel corso del suo tour dello scorso anno, il redivivo Vecchioni il cui Rotary Club of Malindi è stato prodotto da Mauro Pagani, Gianna Nannini nel suo Perle il gustoso accompagnamento del Solis String Quartet). Ma per pezzi forti bisognerà attendere aprile: col nuovo e già piratizzatissimo Vasco Rossi, il ritorno di Piero Pelù, quelli di Max Pezzali, di Laura Pausini, di Jovanotti, e pure di Zucchero con una raccolta di duetti col consueto paio di inediti regolamentari (firmati, pare, da Mousse T e Dave Stewart). Anche sul mercato internazionale s’annunciano novità attese da tempo. Come il secondout dell’eterea Norah Jones dopo il gran botto del suo debutto (l’album dovrebbe intitolarsi Feels like home), i nuovi lavori di Alanis Morrisette e di PJ Harvey, altre coccolatissime muse della scena contemporaea, sempre più disponibile verso i personaggi femminili. Sempre in primavera sono attessissimi anche Bono Vox e soci, alias U2, che così si troveranno a duellare ancora una volta coi REM di Michael Stipe (in uscita in autunno) per il predominio del sempiterno regno del rock (a proposito gli inossidabili Rolling Stones festeggiano proprio quest’anno il loro quarantennale”). Se il rock è duro a morire, il pop continuerà anche quest’anno a reincarnarsi in sempre nuove sembianze, senza tuttavia rinunciare ai suoi cavalli di razza: da Elton John a Ricky Martin, dal redivivo Stevie Wonder ai Corrs, tutti in uscita entro l’estate; quando già sarà sulla rampa di lancio un cartellone concertistico pieno zeppo di rutilanti mammasantissima: dai Red Hot Chili Peppers (già annunciati a San Siro per l’8 giugno) Peter Gabriel, da Sting Metallica. Per non dire di due autentici miti -per nostalgici e non- che dopo decenni dovrebbero tornare a calcare i palchi europei: Simon & Garfunkel, il quartetto più celebrato dell’era aurea del countryrock: Crosby-Stills-Nash & Young. Insomma, roba da far venire l’acquolina in bocca a un anoressico. Se non fosse che sul bulimico panorama odierno, nessuno sembra aver più voglia d’abbuffarsi, se non a spese di qualcun altro. Nel frattempo, i dvd toglieranno altre fette di mercato cd, si cercherà di regolamentare il selvaggio farwest informatico, e chissà, magari in qualche sperduto angolo di mondo nascerà il prossimo Dylan o prossimo Beethoven: naturalmente con pochissime opportunità per riuscire diventarlo davvero” Franz Coriasco CD NOVITÀ ELISA LOTUS Sugar Dunque, aveva ragione lei. La cantautrice di Monfalcone ha vinto la sua battaglia senza rinunciare a cantare in inglese e soprattutto senza cedere alle lusinghe del pop patinato. Lo dimostra questo suo quarto album dove alterna cover, inediti e originali riletture del proprio repertorio. Elegante nella sua sobrietà acusticheggiante, sempre in equilibrio tra pop cosmopolita e post- rock minimalista, Lotus centra il bersaglio e non sfigura neppure davanti alle imprese di colleghe – come Bjork, PJ Harvey o Tori Amos – che pure le erano state di modello in passato. FIRE THEFT THE FIRE THEFT Rykodisc Ecco un disco e una band da consigliare ai rockettari inquieti: quelli sempre alla ricerca di qualcosa di davvero nuovo o comunque di meno prevedibile dei must del momento.Arrivano da Seattle, ma più che ai concittadini Nirvana, rimandano all’energia dei Led Zeppelin e al progressive dei Pink Floyd. Un debutto coi fiocchi.