In Africa nuovo impulso all’imprenditorialità

Esperienze di Comunione nella Repubblica Democratica del Congo.
Incontri mensili in Congo sull'EdC

Si fa presto a dire EdC. Soprattutto in certe aree dell’Africa. Nel Congo, in cui alla costante turbolenza politica si somma la difficile situazione economica (nel 2011 il Congo occupava l’ultimo posto nell’Indice di sviluppo umano dell’Onu, con un reddito lordo annuo pro capite medio di 280 dollari Usa), l’Economia di Comunione era arrivata già nel 1991. Per di più, a quell’epoca non vi era ancora una chiara comprensione del nuovo modello economico che il progetto proponeva, e soprattutto delle modalità con cui realizzarlo, spiega Corneille Kibimbwa, uno dei protagonisti locali dell’EdC. Le proposte che vennero avanzate per creare nuove imprese faticarono a trasformarsi in realtà, soprattutto a causa della mancanza di finanziamenti.
Tuttavia, la scuola panafricana EdC a Nairobi del gennaio 2011 ha costituito un nuovo punto di partenza: è scaturito un desiderio di riscoperta della proposta dell’Economia di Comunione che ha dato nuovo impulso all’iniziativa imprenditoriale. Così il 2011 è stato un anno di grande fermento in Congo, sia per quanto riguarda le attività di divulgazione teorica dell’EdC, sia per la creazione di nuove attività imprenditoriali. A supervisionare entrambi gli aspetti, la commissione locale di EdC e l’«Association pour l’Economie de Communion» (Aecom), a cui è stata riconosciuta la personalità giuridica dallo Stato e che dal luglio scorso ha il compito di lavorare per la diffusione dell’Economia di Comunione nel Paese, in particolare nella formazione di nuovi imprenditori.
 
Si è cominciato con una prima giornata a fine agosto 2011: erano presenti dieci persone già facenti parte di un’impresa e altre quindici che intendevano dar vita a nuove attività. Da quell’esperienza è nato un appuntamento mensile di scambio e formazione durante il quale tutti coloro che intendono creare nuove attività si ritrovano insieme a chi è già imprenditore: diverse nuove attività hanno preso così avvio in Congo. Si tratta per lo più di piccole aziende familiari, come un’azienda per il noleggio di carriole, una per la produzione di sapone, una rivendita di materiale elettrico, un negozio di prima necessità in un quartiere povero di Kinshasa. Hanno aderito all’Edc anche aziende già esistenti: è il caso ad esempio di un ambulatorio medico a Kinshasa e della piccola azienda di una donna che, pur in assenza di finanziamenti, è riuscita ad inserirsi come intermediaria nella vendita del pane, prendendo inizialmente la merce a credito.
 
Oltre a contribuire al miglioramento della qualità della vita dei nuclei familiari in cui nascono, le piccole aziende del Congo, attraverso la condivisione di parte degli utili, contribuiscono ad alleviare altre situazioni di indigenza, come quella di Martine. Un dono iniziale l’ha aiutata a pagare l’affitto e le spese mediche che deve affrontare regolarmente, oltre che ad occuparsi di due bambine. In spirito di reciprocità Martine ha voluto a sua volta dare inizio ad un’attività di vendita del pesce, grazie alla quale riesce oggi a provvedere al proprio sostentamento e a contribuire a quello di diverse famiglie del suo quartiere.
I risultati positivi emersi nel 2011 incoraggiano l’associazione Aecom e la commissione congolese di EdC a guardare al futuro con ottimismo e programmando nuove attività per la diffusione dell’EdC. Nei due seminari realizzati a fine marzo nelle città di Goma e Bukavu si sono raggiunte 300 persone, mentre dal 26 aprile al 3 maggio Corneille Kibimbwa e Gibby Tshinoka della locale commissione Edc hanno tenuto ben nove diverse conferenze nella seconda città del Congo, Lubumbashi (2000 km a Sud Est di Kinshasa): vari gli ambiti,  università, centri culturali, associazioni di imprenditori, oltre alla comunità dei Focolari locale. Più di 400 le persone coinvolte, e fra queste il 70 per cento erano giovani con meno di 25 anni. In particolare ha colpito la “qualità” delle persone che hanno partecipato a questi incontri: di questi oltre il 90 per cento di coloro che hanno lasciato le proprie impressioni hanno chiesto espressamente di approfondire l’EdC, alcuni hanno suggerito la realizzazione a breve termine di ulteriori seminari, altri infine hanno deciso di aderire con la propria azienda.
«Per presentare l’Edc abbiamo deciso di adottare un approccio pratico – racconta Corneille Kibimbwa – adattando la nostra comunicazione all’ambiente e alle persone che avevamo di fronte: il nostro scopo era infatti non solo informare, ma soprattutto suscitare risposte imprenditoriali di nuovi protagonisti Edc». Nei prossimi mesi si organizzeranno altre presentazioni destinate a imprenditori e potenziali imprenditori nelle città di Kinshasa e Kikwit-Idiofa. Inoltre si stanno programmando nelle università del Congo, aventi sede a Kinshasa, diverse conferenze sul tema “Economia di Comunione, nuovo paradigma per lo sviluppo del Congo”. Insomma sembra proprio essere “l’ora di Edc” in Congo.
 
*Questo articolo è frutto della tesi di Laurea dal titolo: “Esperienze di economia civile nell’Africa sub-sahariana. Il progetto di Economia di Comunione” di cui parleremo anche nell'articolo "Undici nuove tesi EdC".

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