Imu ed economia civile
Ho letto con interesse l'articolo "Imu ingiusta ed economia civile", a pag. 6 del n° 23/24 di Città Nuova, in cui vengono difese le attività economico-sociali gestite da religiosi. L'Imu – come tante altre gabelle che appesantiscono le ali della nostra economia – andrebbe, almeno, ripensata e parametrata usando algoritmi matematici che tengano conto di chi si è e cosa si fa. Ma proprio qui le mie opinioni divergono fortemente da quelle espresse nell'articolo in quanto ritengo che i "servizi sociali" che una nazione dovrebbe erogare per essere degna di rappresentare ogni suo cittadino dovrebbero essere "laici".
Quindi nessuna scuola od ospedale con croci o stelle di David, nessuna mensa od orfanotrofio con mezzelune o dee multibraccia; nulla che profitti dei bisogni o delle altrui disgrazie per pubblicizzare il proprio credo.
Sulla scuola, poi, ci sarebbe l'art. 33 della nostra Carta costituzionale e se ciò non bastasse proporrei di scorrere le classifiche stilate dalla Fondazione Giovanni Agnelli da cui emerge che le scuole non gestite dallo Stato sono – salvo rarissime eccezioni – di gran lunga le peggiori, veri e propri diplomifici per studenti poco volenterosi ma danarosi.
Giuliano Ferrari