Imparare a pensare (bene) con la propria testa
Ricordo nitidamente la volta in cui, durante una lezione alla scuola di counselling che ho frequentato, il mio docente disse che questa è l’epoca non tanto della crisi di valori quanto della crisi del pensiero. Ci ho riflettuto a lungo ed ho provato a verificare questa affermazione nella pratica quotidiana del lavoro di aiuto con le persone, soprattutto con gli adolescenti. Oggi, a distanza di oltre quindici anni, credo che quella dichiarazione fosse proprio vera e che abbia il valore della raccomandazione e dell’ammonimento: non si può proporre un serio lavoro di crescita umana, relazionale e sociale se non si educa al pensare.
Il pensiero è la facoltà propria dell’essere umano ed è ciò che sostiene la volontà e la possibilità di scegliere; essa va equilibrata tanto con i valori quanto con la sfera affettiva e pulsionale, per puntare ad una personalità integrata.
L’adolescenza è la stagione della vita in cui la capacità di pensare necessita di essere allenata, poiché la persona evolve dalla condizione di dipendenza (tipica dell’infanzia) a quella della indipendenza (che definisce la maturazione adulta) transitando per la faticosa trafila della controdipendenza (in cui si fa della ribellione acritica il proprio modus operandi).
Da bambini si è dipendenti e, in quanto tali, non occorre pensare: basta adattarsi ed obbedire. Da adulti si sarà indipendenti ovvero dotati di un’attrezzatura mentale potente e valida per decidere ed orientarsi nel mondo in modo consapevole ed autonomo. In adolescenza si sta proprio nel mezzo: il ragazzo vuole affermare la legittima posizione di voler fare con la propria testa ma è sprovvisto di un’adeguata capacità di valutazione della realtà (ad esempio in termini di rischi e di pericoli); sono gli adulti che dovrebbero vicariare la sua oggettiva immaturità stimolando le sue risorse e rinunciando all’assillo infantile del voler decidere al suo posto.
Promuovere l’empowerment (una delle abilità psicosociali necessarie per il benessere raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) significa educare a pensare autonomamente scegliendo cose che fanno bene per sé stessi e per le persone con cui ci si relaziona. È letteralmente un percorso di potenziamento delle risorse personali per affrontare le sfide della vita in modo adattivo funzionale.
Quali sono gli atteggiamenti relazionali e quali gli accorgimenti da avere, come genitori ed educatori, per stimolare l’empowerment nei ragazzi? Ne parleremo nel penultimo incontro del corso “Migliorare la relazione con gli adolescenti” che si terrà giovedì 25 maggio alle 20:30.
Vi aspetto!
Ricordiamo ai lettori che è possibile abbonarsi in qualunque momento e ricuperare la registrazione delle lezioni precedenti, così come tutto il materiale fornito relativo alla tematica del corso, che è messo a disposizione degli abbonati su una cartella condivisa. Per abbonarsi è necessario cliccare qui, e procedere per l’acquisto come per un normale abbonamento, o scrivere una mail ad abbonamenti@cittanuova.it. Tutti gli abbonati alla formazione agile riceveranno via email le istruzioni per accedere al percorso formativo scelto e alla documentazione relativa.
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