Imparare ad assaporare la vita
La tanto ricercata felicità stimola sempre visioni contrapposte e significati a volte differenti. C’è chi sostiene che la felicità sia irraggiungibile, uno stato momentaneo di piacere fugace e che scompare alla velocità della luce. Dall’altro c’è chi a questo termine associa l’eudaimonia, l’essere soddisfatti, la vita buona in termini aristotelici.
La psicologia positiva collega l’happiness al concetto di benessere, mentre più comunemente dal punto di vista psicologico si parla di serenità, della conquista di un equilibrio. Che si parli di felicità o serenità, la ricerca di uno stato di benessere può passare per tante vie, per cui vorrei proporre alcuni suggerimenti o nuovi allenamenti mentali. Varie ricerche sulla salute affermano che ci siano degli atteggiamenti o delle buone abitudini che possono aiutarci.
Un primo passo può essere di tipo strettamente psicologico: il ‘non giudicarsi continuamente‘, perché le autocritiche che ci bacchettano incessantemente non ci aiutano. Il “devo” o il “dovrei essere” sempre qualcosa di diverso da quello che sono, non ci porta lontano. Chiediamoci piuttosto cosa ci piacerebbe fare oppure in cosa possiamo dare un contributo. Questo ci renderà liberi da inutili catene dettate dal giudizio.
Un secondo esercizio è quello di trovare il modo per connetterci con noi stessi, sentirci, essere, ormai sono note tante tecniche che favoriscono questo “stare”. Alcune per esempio sono la meditazione, la preghiera, lo yoga, le passeggiate all’aria aperta, ecc…
Un altro interessante esercizio per migliorare il nostro benessere viene suggerito da Ilona Boniwell: nel suo libro “La scienza della felicità”, la psicologa ricercatrice propone l’esperienza dell'”assaporare” (savouring).
Potenzialmente tutti abbiamo la capacità di notare e intensificare le esperienze positive della nostra vita. La ricercatrice sostiene che notare e assaporare eventi piccoli e grandi della nostra vita aumenta il benessere e durante la giornata possiamo vivere o focalizzarci intenzionalmente su alcuni di essi. Questo processo volontario può avvenire attraverso varie azioni o atteggiamenti come:
– la condivisione, cioè cercando altri con cui condividere l’esperienza positiva da “assaporare”, questo forse è il modo migliore per gustarla;
– la costruzione di ricordi, vale a dire creando delle fotografie mentali dell’evento in modo da poterlo richiamare alla memoria;
– l’autocongratulazione, quando abbiamo fatto qualcosa di interessante per gli altri non dimentichiamo di festeggiare e rinforzarci;
– l’affinamento delle percezioni, è importante riuscire a concentrarci su alcuni stimoli lasciando andare altri;
– l’immersione, cioè provare calarsi totalmente nell’esperienza, vivendola intensamente senza altri pensieri disturbanti.
Tra tutti, l’assaporare forse sembra il più facile, ma al contempo è anche molto complesso se siamo abituati a correre e a far governare la quotidianità dallo stress. Può capitare di essere allenati a lamentarsi e a vedere il bicchiere mezzo vuoto, a volte si condivide con gli altri solo stanchezza.
Possiamo sfidarci in questo nuovo allenamento, l’assaporare è un passo essenziale per ritrovare la gioia, la pienezza, la gratitudine. Invece Gustiamo il presente, sentiamo la vita che scorre e che ci lascia delle nuove esperienze, possiamo scoprire che anche accanto ad un evento doloroso o negativo ci può essere il profumo di qualcosa di buono da assaporare.