Immigrazione: la realtà è superiore all’idea
Al 1 gennaio 2017, gli italiani residenti fuori dei confini nazionali e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) sono 4.973.942, l’8,2% degli oltre 60,5 milioni di residenti in Italia alla stessa data. Dal 2006 al 2017, la mobilità italiana è aumentata del 60,1% passando da poco più di 3 milioni a quasi 5 milioni di iscritti. Nell’ultimo anno l’aumento è del +3,4%. È quanto emerge dalla XII edizione del Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, presentato a Roma nei giorni scorsi.
Numeri che fanno pensare e riflettere sulle totalmente infondate voci di “invasione” o “annullamento dell’identità”, dato che ammonta sostanzialmente solo alla stessa cifra la presenza di emigranti di origine non italiana nel nostro Paese, compresi quelli di seconda generazione: al 1 gennaio 2016 erano 5.026.153. Ed è stato proprio mons. Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e già presidente della stessa Fondazione Migrantes per quasi otto anni, a smontare uno per uno gli immotivati stereotipi in tema di immigrazione, spesso causati da una strumentale agenda mediatica.
«Già nel 2011 attraverso una ricerca condotta con l’Università La Sapienza di Roma, verificammo come su un milione e mezzo di articoli sui giornali fossero coniugate nel 92% dei casi la parola migrante con la parola criminale, irregolare, clandestino…, incrementando la percezione di presunta insicurezza causata dalla presenza di migranti tra noi» – esordisce Perego. «Così, anche se avevamo su 4 milioni e mezzo di migranti 2,5 milioni di lavoratori e 800 mila studenti nelle scuole, molti media parlavano solo dei 27 mila non italiani in carcere, come se quello fosse il popolo dei migranti».
Inequivocabili i dati effettivi enunciati da mons. Perego: negli ultimi 4 anni in Italia abbiamo contato 600 mila sbarchi di richiedenti asilo, dei quali sono rimasti solo in 196 mila nel nostro Paese: a leggere molte testate sembrerebbe quasi un mondo di profughi che sbarca da noi, quando in realtà sono stati ben 65 milioni i profughi solo nel 2016 nel mondo, la maggior parte dei quali è stata accolta in Asia e Africa, continenti ben più poveri dell’Europa. Un dato ancora più eloquente se si pensa che il nostro Paese ha perso in soli 5 anni circa 800 mila cittadini dal semplice scarto demografico tra morti e nascite: eppure, per un’infondata percezione indotta da alcuni gruppo politico-editoriali, 196 mila rimasti in 4 anni fanno paura…
Invitato lo scorso 12 ottobre al workshop intitolato non a caso “La realtà è superiore all’idea – L’ascolto nelle dinamiche comunicative sui processi migratori”, organizzato dal Centro Evangelii Gaudium dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Figline Incisa Val d’arno), in collaborazione con la Rete europea risorse umane, mons. Perego ha mostrato la totale discrepanza tra verità dei numeri reali e percezione superficiale, secondo un richiamo che papa Francesco riprende nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium: «la realtà è superiore all’idea» perché «la realtà semplicemente è, l’idea si elabora (E.G. 231).
Partire dal principio che la realtà è superiore all’idea, spiega il pontefice «implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza» (E.G, 231). E la questione dell’immigrazione si distingue spesso per il brulicare di informazioni inesatte o infondate, slogan inopportuni o fuorvianti.
Su tutti, l’ormai tristemente noto “Aiutiamoli a casa loro”, uno slogan sbrigativo e oltremodo semplicistico che, spiega mons. Perego, non meriterebbe certo obiezioni in assoluto, se solo i numeri effettivi non dimostrassero tutt’altra direzione: solo nell’ultimo anno, l’Italia sola ha incrementato del 95% l’esportazione di armi in diversi tra i Paesi che costringono intere masse di popolazione a emigrare a causa delle 33 guerre esistenti che da sole hanno fatto 8 milioni di profughi (mentre 22 milioni sono quelli dovuti ai disastri ambientali).
La cooperazione allo sviluppo sembra poi fatta in pratica solo dai non italiani stessi, che hanno inviato ben 7 miliardi di dollari dall’Italia ai loro Paesi di origine, alla media di 100 euro al mese a testa, mentre l’Italia ha speso solo 120 milioni di euro, dato che continua a destinare al Fondo di cooperazione allo sviluppo, anziché il prefissato 0,70% del proprio Pil, solo lo 0,16%. Tanto semplice quanto ipocrita giustificare dunque allo stato attuale respingimenti al grido “Aiutiamoli a casa loro” quando, dati alla mano, ben 10 milioni di persone sono state cacciate per lasciare spazio ai 54 milioni di ettari acquistati in Africa da multinazionali occidentali, tra cui italiane.