Immigrazione e questione democratica in Francia
Un commento della redazione francese di Nouvelle Citè alle affermazioni del presidente Sarkozy
E’ accaduto venerdì 22 gennaio 2010. Sono sbarcati in Corsica 124 rifugiati richiedenti asilo, di nazionalità curda, provenienti dalla Siria. Tra di loro, 29 donne e 38 bambini. Individuati dalla polizia francese, sono stati subito distribuiti in diversi Centri di detenzione amministrativa per essere avviati verso l’espulsione nei Paesi di provenienza. Una procedura rapida che ha ricevuto il plauso di Eric Besson, Ministro dell’immigrazione, ma fortemente contestata dalle associazioni attive nel campo dell’accoglienza dei rifugiati.
Ad ogni modo, già il giorno seguente la maggior parte dei rifugiati è stata rimessa in libertà dal tribunale competente per un vizio di procedura. In effetti, i rifugiati clandestini, secondo la legge, hanno diritto a una procedura che prevede l’assistenza di un avvocato e la possibilità di presentare domanda di asilo politico.
Di fronte al rifiuto dei giudici di essere messi di fronte al fatto compiuto, il Presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, ha affermato che verrà applicata, con giustizia, la legge del diritto di asilo, ma che coloro che non ne potranno usufruire, saranno riaccompagnati alla frontiera. Ha aggiunto di temere il fenomeno di un arrivo massiccio di rifugiati a tal punto incontrollato, come nel caso dell’Italia, da favorire l’introduzione di « criminali » nel paese transalpino: «Non lascerò la Francia disarmata davanti a fenomeni come quello che abbiamo visto in Italia ».
Per comprendere queste affermazioni, bisogna tener presente che da almeno da due anni è in corso in Francia una forte contrapposizione tra mondo associativo e potere politico. Le realtà associative e del volontariato non contestano la legge sull’immigrazione nel suo complesso, ma denunciano i metodi impiegati nella sua attuazione, considerati una degenerazione della democrazia. Recentemente il presidente di Emmaus France ha denunciato l’arresto di sans-papier, clandestini, avvenuto all’interno della sede di una comunità dei Compagni di Emmaus .
La Caritas Francia ha sostenuto, con altre organizzazioni umanitarie, una serie di azioni volte a far valere il diritto di protestare contro il trattamento degli immigrati.
La stessa Conferenza episcopale francese ha elevato forti proteste contro il clima di sospetto che circonda gli immigrati, spesso presentati come possibili terroristi, con il risultato di una continua minaccia di sanzioni giuridiche nei confronti dei volontari che prestano soccorso agli immigrati. Anche l’opinione pubblica si mostra, talvolta, scioccata fino ad episodi di aperta opposizione, come è accaduto di fronte al comportamento della polizia che giunge ad arrestare gli immigrati quando questi si recano a riprendere i figli dalla scuola.
I cristiani, dunque, e la Chiesa cattolica in particolare, stanno offrendo una forte testimonianza di rispetto della dignità umana nel nome del Vangelo, che spesso obbliga il potere politico a riconsiderare la propria posizione in materia.