Immigrati troppo poco noti
È una giovane donna l’“Imprenditore Immigrato dell’Anno 2010”.
Pochi, anzi pochissimi in Italia sanno che nel Bel Paese gli immigrati “imprenditori” sono circa 187.000, di cui 30.000 donne!
Aziende che, insieme ai 4.3 milioni di stranieri regolarmente residenti in Italia, producono oltre al 10% del Prodotto interno lordo e generano un flusso annuo di rimesse di circa 6,7 miliardi di euro. Non solo, ma danno lavoro a molte decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani.
Ho avuto il privilegio di partecipare alla cerimonia di premiazione per eccellenza degli imprenditori stranieri, regolarmente immigrati nel nostro Paese, tenutasi nella Casa del Cinema a villa Borghese. Molte le Personalità dell’Imprenditoria, della Finanza, dei Media presenti.
La vincitrice assoluta del Premio all’Imprenditoria Immigrata in Italia 2010 e’ Edith Elise Jaomazava: nata in Madagascar nel 1970, vive in Italia dal 1997. Sposata con 4 figli, nel 2004 ha fondato la Sa.va, azienda di import e commercializzazione di spezie dal Madagascar, con cui ha, tra l’altro, contribuito a dare occupazione alla sua terra. Ad oggi dà lavoro a circa 300 persone, impiegate nelle aziende agricole dei coltivatori diretti di spezie in Madagascar.
Scopo della Sa.va è creare un mercato estero per spezie di alta qualità di provenienza diretta, coltivate da diverse generazioni nella provincia di Sambava, nel nord-est del Madagascar, che vadano a soddisfare una domanda crescente di prodotti naturali, come è il caso della vaniglia bourbon, soppiantata dagli anni 80/90 dalla vaniglia sintetica a causa del forte incremento dei prezzi subito da questa spezia.
Altri cinque imprenditori sono stati premiati per categoria: innovazione, crescita, occupazione, responsabilità civile e sezione giovani. Un giovane peruviano con una azienda edile, una giovane donna eritrea nel commercio alimentare, una stilista romena, un fondatore peruviano di un osservatorio non profit e ad una colombiana titolare di una azienda di servizi di pulizie. Ai sei vincitori sono intitolate altrettante borse di studio per stranieri presso l’università’ di Roma Tre.
A presiedere la prestigiosa giuria, Vincenzo Boccia, Presidente Piccola Industria Confindustria che ha sottolineato che «la società italiana dovrebbe attrarre e includere i talenti degli stranieri».
«Le imprese italiane – ha sottolineato Giovanni Crociani di Money Gram – dovrebbero adottare il diversity management: il primo passo per accedere ai mercati esteri è comprenderli. Avere risorse interne straniere che già li conoscono è un vantaggio».
Sono uscito dalla cerimonia con un senso di grande soddisfazione e soprattutto di speranza. Vedere dei giovani stranieri, ormai italiani, così seri e impegnati nella costruzione di un sano tessuto sociale, motivati, premiati per i loro sforzi ed i conseguenti successi, non può non fare intravvedere una società italiana migliore in un futuro che è già presente!