Il volto della misericordia

Il cardinal Angelo Bagnasco apre a Genova il 26° Congresso eucaristico nazionale. «Ora solenne e vorremmo che l’Italia tutta si accorgesse»
Il cardinal Angelo Bagnasco a Genova

La brezza leggera che arriva dal mare rende la serata piacevole. I nuvoloni e gli scrosci d’acqua che per tutta la mattinata avevano fatto pensare al peggio, hanno lasciato il posto ad una serata splendida. «E nell’ora in cui si spegne il giorno: ora solenne, ha inizio il 26° Congresso Eucaristico Nazionale». Con queste parole l’inviato speciale del papa al Congresso Eucaristico, nonché cardinale di Genova Angelo Bagnasco alle 20 e 30 di ieri sera, ha dato inizio alla tre giorni dedicati alla venerazione e al culto del Dio fatto uomo. «Ora solenne e vorremmo che l’Italia tutta si accorgesse di quest’ora benedetta. Vorremmo far sapere ad ogni uomo che Gesù Cristo lo ama, che Dio non è lontano perché tutti abbiamo una casa che ci aspetta è il cuore di Cristo».

 

La celebrazione eucaristica è ingabbiata in un cerimoniale tipico della chiesa genovese. Sovrasta l’altare un enorme crocifisso delle confraternite, l’incenso abbonda profumando l’intera piazza. Suore e chierici, religiosi e laici seguono con attenzione i riti della celebrazione liturgica. Pochi per la verità i giovani, «celebrazioni così fanno scena ‒ mi confida uno dei pochi ragazzi presenti – ma non mi ci trovo in questi eccessi: non mi dicono niente. Io vado a Messa anche durante la settimana, per me Gesù Cristo sta dando un forte senso alla mia vita, ma faccio fatica a stare a queste coreografie, quasi mi allontanano da Gesù, che sento mio compagno, fratello. Che mi sta accanto nello stesso modo mio. Senza anelli, baciamano, ori e ogni sorta di arredo che appartiene al passato. Se Gesù non è uno come me non mi aiuta». Già in effetti forse ha ragione. La funzione termina con una solenne processione che dalla piazza si dirige nella cattedrale passando per la porta santa. Ma il Congresso non è solo celebrazioni, preghiera, riflessioni spirituali.

 

Oggi Gesù lo si incontra vivo concreto nella città del bene. In programma c’è la giornata alla misericordia che sarà vissuta così: i congressisti saranno divisi in 46 delegazioni, le quali riceveranno, al termine della messa del mattino, il mandato per andare a compiere opere di misericordia là dove quotidianamente si compiono: dalle opere di misericordia corporali a quelle spirituali. Verranno visitati carceri, ospedali, case di riposo, mense per senza lavoro, centri per persone diversamente abili. E poi ancora conventi di clausura o nei consultori dove si consigliano le persone, e così via. La carità non ha muscoli da esibire, ma piccole anfore da portare, anfore comunque capaci di dissetare la sete dei poveri nel corpo e nello spirito. «Negarci alla missione e alla carità significherebbe negarci all'Eucaristia; sarebbe un tradire l'Eucaristia stessa  ‒ ha detto ancora Bagnasco. Mentre affidarci al Sacramento ci fa creature nuove capaci non solo di fare cose grandi, ma di vivere in modo grande le piccole cose di ogni giorno; di fare del poco che siamo un dono per gli altri». Quel Cristo che ci ha amato a tal punto da morire per ciascuno di noi, ha voluto restare comunque ancora con ciascuno di noi, facendosi Eucarestia. Grazie Gesù. Resta con noi, rimani sempre, anche se siamo distratti, anche se a volte le tue parole pare ci facciano male. No, facci comprendere che invece ci risanano. Aiutaci solo tu lo puoi fare.

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