Il volto come tela
«Ognuno è sia artista che tela, anche se la maggior parte delle volte non lo sa», con questa frase Andrea Tarella, l’artista nato a Verbania nel 1982 ed emigrato a Milano, esprime la sua idea di arte.
Appassionato di fumetti, film e disegno, verrà scelto anche da celebri marchi internazionali, colpiti dalla sua particolare genialità. La tela del pittore per lui diventa un viso, da creare, modificare, trasformare nel tempo, e per farlo non usa semplici matite, pennelli, colori, ma trucchi: smalti, ombretti, matite, terre, rossetti diventano i suoi strumenti indispensabili.
L’uomo, per Andrea Tarella, è l’artista che ogni giorno disegna sul suo viso con trucchi e colori e ogni giorno il suo disegno è diverso, cambia in base all’occasione, all’umore. La sua tela è il viso da disegnare, attraverso il quale trasmettere la propria sensibilità, il proprio stato d’animo, attraverso il quale mette a nudo l’interiorità della persona.
La sua idea di arte lo rende originale, le sue opere sono sempre diverse, ricche di personalità, la sua personalità, che attraverso il disegno diventa palpabile: le sfumature mettono a nudo il suo inconscio, i tratti più leggeri o più calcati raccontano i suoi sentimenti, le emozioni del momento, i colori scelti – spesso prevalgono quelli caldi come il rosso e il color ocra – raccontano la sua parte interiore, nascosta.
Per l’artista, infatti, il trucco «è la traduzione comprensibile a tutti della parte interiore e nascosta di ogni persona», per Tarella, il trucco è maschera perché ci rende diversi, aggiunge e nello stesso tempo nasconde, ma è anche biglietto da visita, perché rivela qualcosa di noi. Con i suoi volti racconta ogni uomo e ogni donna, la vanità che c’è in ognuno di noi, e per la prima volta il make up diventa simbolo di comunicazione.