Il villaggio di cartone
Olmi mette in scena una parabola estrema, poetica e intensa, non priva di alcune ingenuità, ma che riesce ad accendere una luce nella nostra realtà quotidiana.
Nella chiesa appena smantellata hanno tolto anche il grande crocifisso. Restano i banchi, qualche suppellettile e poco altro. Il vecchio parroco si rifugia in sacrestia, tentando una velleitaria resistenza. Per lui, in crisi spirituale ed esistenziale, perdere la sua chiesa vuol dire perdere tutto. Quando un gruppo di clandestini trova rifugio nell’edificio ormai deserto vi allestisce un villaggio di cartone, nascondendosi alle ronde e alla polizia che li bracca. Il prete ritrova in quell’umanità sbandata e sofferente nuovi motivi per ridare senso alla propria vita, per ribellarsi contro questa storia che «se noi non la cambiamo cambierà noi». Olmi mette in scena una parabola estrema, poetica e intensa, non priva di alcune ingenuità, ma che riesce ad accendere una luce nella nostra realtà quotidiana. Perché i villaggi di cartone che ci circondano sono tanti, ma spesso invisibili ai nostri occhi distratti o troppo accondiscendenti.
Regia di Ermanno Olmi; con Michael Lonsdale, Rutger Hauer, Massimo De Francovich, Alessandro Haber.
Valutazione della commissione nazionale film: consigliabile, problematico.