Il viaggio del papa in Svezia

Francesco arriva in Svezia per commemorare i 500 anni della Riforma di Lutero. Le tappe di Lund e Malmö. Giorni di incoraggiamento e di fiducia per il cammino ecumenico
Lund

È domenica pomeriggio in Danimarca. Una giornata meravigliosa di sole illumina il mare blu intenso mentre attraversiamo il ponte sull’Øresund, lungo 8 chilometri, che collega l’isola dove si trova Copenaghen con la punta estrema della Svezia, Malmö.

 

Siamo in 5 in macchina, di 5 nazioni diverse: il sottoscritto, unico italiano, più un olandese, un argentino, una tedesca e uno spagnolo. Siamo in Europa perché la Svezia ha aderito all’Unione nel 1995, senza aderire alla zona Euro, ma serve il passaporto al confine. Motivando il nostro ingresso con l’imminente visita del papa, la guardia dà una rapida letta ai documenti e ci fa passare velocemente. “Tack”, grazie, è la prima parola in svedese che imparo. Mi dicono faccia piacere ripeterla spesso.

 

La Svezia è tra i più vasti Paesi europei: 450 mila chilometri quadrati, da una punta all’altra corrono 1572 chilometri, più o meno la stessa distanza che ci separa ora da Roma. Prima tappa è a Lund, un’antica città fondata più di mille anni fa dal re Sven e sede, nel 1947, della nascita della Federazione mondiale delle chiese luterane. Fu la prima volta che i tedeschi poterono far parte, dopo la Seconda guerra mondiale, ad una organizzazione internazionale.

 

Lund è anche stata la capitale della Danimarca ed ora è una delle sedi universitarie più frequentate della Svezia. Nelle strade semi deserte, con l’aria frizzante, sfrecciano tanti studenti, rigorosamente su due ruote e semi sbracciati. Qui domani mattina nella grande cattedrale luterana papa Francesco si unirà alla preghiera ecumenica comune per firmare una dichiarazione comune e commemorare i 500 anni della Riforma luterana.

 

Era il 31 ottobre 1517, in Germania, quando Lutero, un monaco agostiniano, senza aver mai avuto l’intenzione di fondare una nuova chiesa, rese note le sue 95 tesi. Si trattava, in realtà di un appendice dal titolo Disputa sull’efficacia e il valore delle indulgenze, di una lettera indirizzata all’arcivescovo Alberto di Magonza, dove Lutero esprimeva le sue vive preoccupazioni su una pratica poco aderente alle Scritture.

 

Voleva solo avviare una discussione accademica su teoria e pratica delle indulgenze e mai avrebbe immaginato il putiferio che ne sarebbe scaturito. Molto probabilmente – secondo il documento Dal conflitto alla comunione – le affisse alla porta della chiesa del castello di Wittenberg. Da allora conflitti, dispute teologiche, concili, guerre fratricide, la più cruenta quella dei Trent’anni, scomuniche, divisioni hanno attraversato l’Europa.

 

Lo stupore, lo sconcerto, per quello che accadrà domani è ben espresso dalla semplicità dell’addetto della hall dell’albergo dove mi trovo. “Sono affascinato da questo incontro”. Non sembra essere per niente un tipo religioso, mi chiede notizie del papa, come sia stato accolto in Italia, non sa neanche che sia argentino. Simbolo del viaggio ecumenico e del cammino verso l’unità il trasferimento del papa da Lund a Malmö avverrà in pulmino insieme al presidente e il segretario della federazione luterana mondiale, il vescovo Minub Younan e il reverendo Martin Junge, con il cardinale Kurth Koch.

 

Nel pomeriggio il programma continua nell’Arena di Malmö, uno stadio che può contenere 10 mila persone e dove ci saranno testimonianze del servizio comune di luterani e cattolici in tante aree del mondo. Parlerà della drammatica situazione della sua città, il vescovo di Aleppo Antoine Audo.

 

Marguerite Barankitse che ha salvato migliaia di bambini hutu e tutzi, durante il genocidio in Burundi, racconterà come ha superato i conflitti etnici e religiosi. La 26enne luterana Sunemia Pranita Biswasi spiegherà le sue battaglie, fatte in India, per tutelare l’ambiente.

 

Durante questo evento pubblico sarà firmato un accordo di cooperazione tra la Federazione luterana mondiale, che aiuta attualmente 2,3 milioni di rifugiati nel mondo e la Caritas internationalis presente in 164 Paesi del mondo per attestare che “l’ecumenismo dei poveri”, il lavorare fiacco a fianco gli oppressi, è già una prassi presente tra le due Chiese.

 

Conclusione con la Messa, il primo novembre, celebrata a Malmö per i cattolici svedesi, 120 mila su 11 milioni di abitanti. Una minoranza ricca di nuove adesioni, 100 l’anno, grazie ai tanti migranti che arrivano in Svezia da molti Paesi del mondo.

 

Nel 2017 si commemorano anche i 50 anni di dialogo luterano-cattolico. Sono eventi storici che dimostrano «come – dicono il cardinale Kurth Koch, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani e Martin Junge, segretario della Federazione luterana mondiale – valga la pena intraprendere la via del dialogo, sia possibile lasciarsi i conflitti alle spalle, l’odio e la violenza vadano sempre respinti con forza, sia possibile passare dal conflitto alla comunione». Sono giorni di incoraggiamento e di fiducia per il cammino ecumenico.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons