Tracks – Attraverso il deserto
Presentato nel 2013 a Venezia, i l film di John Curran narra di Robyn Davidson – una bravissima, molto “fisica” Mia Wasikowska – che nel 1977 ha attraversato, sola, 2.700 chilometri del deserto australiano, con quattro cammelli e un cane. Un’esperienza tra l’allucinato, il testardo, l’imprevisto e lo sconfortante, ma raggiunta dalla vittoria finale. Epico e luminoso, fotografato poeticamente, il film mostra la psicologia femminile nei suoi lati meno noti, più viscerali e pur con qualche didascalismo di troppo è la bella storia di una avventura, dello spirito oltre che del corpo, del coraggio e della temerarietà, ma anche della necessità di aiuto reciproco (il fotografo è Rick Smolan).

Il venditore di medicine
Antonio Morabito ci prova a dire finalmente una verità, cioè che le grandi case farmaceutiche sono una lobby- questo si sapeva – ma davvero grande e potente – questo si supponeva -, ma il suo film ha il merito di gettarcelo in faccia per svegliarci e provare a reagire. Bruno (Claudio Santamaria) è un informatore medico in crisi, la sua azienda anche, e così per non perdere il lavoro  deve corrompere medici, eccetera, e c’è chi non ci sta… Il film non è male, Marco Travaglio recita bene come attore, come pure la “dura” Isabella Ferrari e l’onesto Ignazio Oliva, sempre comunicativo ed essenziale. Molto interessante nel nostro panorama italico di commediole.

Il mondo fino in fondo
Interessante pure l’opera prima di Alessandro Lunardelli su due fratelli diversissimi che dal paesino italiano viaggiano per la Spagna, il Cile e la Patagonia. Voglia di crescere, di capirsi, di avere almeno un ideale, come l’ecologia o la politica. Filippo Scicchitano e Luca Marinelli sono bravi e ci provano a dar sugo ad un film forse imperfetto, ma promettente e per nulla superficiale.