Il vecchio sogno di un canale tra due oceani

Il presidente nicaraguense Daniel Ortega ha annunciato la realizzazione di un megaprogetto per favorire il transito marittimo tra l'Atlantico e il Pacifico. Ha invitato anche gli Usa a partecipare all'iniziativa. Giocata politica o segno di lungimiranza?
Managua

Quello di un canale che permetta il transito marittimo tra l'Atlantico e il Pacifico è un vecchio sogno del Nicaragua. Il presidente Daniel Ortega lo ha rispolverato, non solo ma da tempo esistono segni che il progetto possa mettersi in moto. Si tratterebbe prima di tutto di un investimento colossale, da almeno 40 miliardi di dollari (33 miliardi di euro), e di un salto in avanti di uno dei pochi Paesi latino-americani che non sono stati ancora beneficiati dall'effetto locomotrice del commercio con la Cina. Colpevole, in questo caso, la politica estera del Nicaragua che in questi anni ha privilegiato il rapporto con Taiwan, suscitando pertanto l'indifferenza del governo di Pechino.

Sembra però che ci sia una svolta in questa impostazione, dato che Ortega ha annunciato che il suo governo sta cominciando a muovere i primi passi insieme a una grossa azienda cinese. Lo scorso anno, venne fondata a Hong Kong, grazie a un protocollo di accordo tra l'entità pubblico-privata ProNicaragua e una azienda cinese, la costituzione di un ente dedicato a sviluppare il progetto del canale. All'inizio di quest'anno, un consorzio olandese avrebbe dovuto consegnare lo studio di fattibilità economico, finanziario e tecnico del progetto che il governo aveva incaricato lo scorso anno, anche se ancora non se ne conosce il contenuto.

Il progetto, secondo quanto annunciato dal presidente Ortega, include la costruzione di porti, aeroporti, vie di comunicazione terrestre, ferrovia… Insomma, quanto basta per generare posti di lavoro e crescita in un Paese dove il 47 per cento della popolazione è povera e dove l'economia mostra segni di stasi. Tutto il contrario rispetto ai vicini Costa Rica e Panama che stanno crescendo a tassi sostenuti.

Si ignora ancora il percorso del futuro canale. Uno studio del 2006 ha suggerito di iniziare dalla baia caraibica di Bluefield, per poi seguire alcuni corsi d'acqua interni fino a sfociare nel Gran Lago Nicaragua, lo specchio d'acqua davanti alla capitale, Managua (nella foto), una superficie di 8 mila chilometri quadrati, dotata della profondità necessaria. Nel suo insieme, la lunghezza completa del canale sarebbe di circa 280 chilometri.

Per l'Università autonoma nazionale di Managua, la struttura non sarebbe competitiva nei confronti del canala di Panama, di cui si sta realizzando l'ampliazione per aumentarne il traffico marittimo. Il canale potrebbe essere solcato da navi fino a 250 mila tonnellate di stazza.

Non mancano comunque i critici del progetto. I primi ad essere preoccupati per l'impatto ambientale sono gli ecologisti, preoccupati per il necessario dragado del Gran Lago, la principale fonte d'acqua del piccolo Paese. C'è poi chi guarda con scetticismo il nuovo annuncio di un megaprogetto, asserendo che il precedente, quello di una raffineria finanziata dal Venezuela, non ha mai preso forma.

Una astuta giocata politica che fa leva su un vecchio sogno collettivo oppure la comprensione della nascita di una nuova "via della seta" che, come nel passato, arriverà in Asia ma questa volta passando per l'America Latina. In tal caso, Ortega non sarebbe solo: Spagna, Portogallo, Messico, Cile, Perù e Colombia, credono in questa nuova rotta commerciale.

Tale prospettiva induce a cambiare gli scenari, per cogliere la palla al balzo delle opportunità storiche. Nel corso di un recente vertice di Paesi centroamericani, al quale ha partecipato il presidente Usa Barack Obama, Ortega non ha avuto impacci di stringere la mano dell'inquilino della Casa Bianca e di proporgli di unire capitali statunitensi all'iniziativa.

Si ignora quale sarà la risposta di Obama. Ma quella stretta di mano tra il presidente Usa e il vecchio guerrigliero sandinista, acerrimi nemici durante gli anni Ottanta, nessuno avrebbe mai potuto immaginarla. Segno che i tempi cambiano. Forse anche il Nicaragua vuole cambiare.

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