Il valore del voto
L'associazione italiana persone down porta avanti un progetto per dare alle persone affette da questa sindrome gli strumenti necessari ad essere elettori consapevoli.
«Sapete che cosa significa essere maggiorenni?». Ha esordito così uno dei giovani affetti da sindrome di down che hanno tenuto un corso di formazione per altri ragazzi con la stessa disabilità in vista delle elezioni regionali. Il progetto è il proseguimento dell’iniziativa My opinion, my vote, avviata per le elezioni europee dello scorso giugno dall’Associazione italiana persone down (Aipd) in collaborazione con l’Unione Europea, volta a dare a questi ragazzi gli strumenti necessari per esprimere il proprio voto in maniera consapevole.
A tenere il corso per i neodiciottenni, che voteranno per la prima volta domenica prossima, sono stati proprio i giovani che hanno partecipato al progetto pilota dell’anno scorso. «Sono partiti dalla discussione del concetto e del valore della rappresentanza politica – spiega Anna Contardi, della sede romana dell’Aipd – così da far capire che cosa comporti essere maggiorenni ed avere la possibilità di votare. Il punto centrale dell’intero percorso è la consapevolezza non solo di cosa significhi eleggere un proprio rappresentante, ma anche del ruolo delle istituzioni». Finita la teoria, si è passati alla pratica: «Dopo aver spiegato come votare – prosegue la Contardi – abbiamo fatto una simulazione di voto, con dei fac-simile delle schede che i ragazzi troveranno al seggio in questa tornata elettorale». E non ci sono stati sconti per nessuno: «Una ragazza si è presentata senza documento, ed è stata rimandata indietro. Durante la simulazione di scrutinio, due schede sono state annullate perché la croce era stata posta fuori dal nome del candidato».
Nei percorsi formativi dell’Aipd per le europee erano state incluse anche le versioni semplificate dei programmi politici di ciascuna parte politica. «Questa volta però – lamenta la Contardi – non è stato possibile: anche a causa della bagarre delle liste, molti programmi sono stati resi pubblici in forte ritardo, e non c’è stato il tempo di adattarli».
I corsi sono stati organizzati in una decina delle quindici sedi italiane dell’Aipd. A Roma vi hanno partecipato una quindicina di ragazzi, che hanno trovato l’esperienza molto utile non solo dal punto di vista formativo ma anche strettamente pratico: «Alcuni di loro – spiega la Contardi – hanno difficoltà di scrittura, e quindi attribuire le preferenze diventa un problema. Altri si sono lamentati per il gran numero di simboli, o per il fatto che i partiti cambiano continuamente nome e non ci si capisce più niente. Per questo è utile fare prima una simulazione, in cui, ovviamente, non viene data alcuna indicazione di voto».
Proprio a Roma ci sarà a maggio il momento conclusivo di My opinion, my vote, a cui parteciperanno anche le associazioni irlandesi, maltesi, danesi, ungheresi e spagnole che hanno portato avanti lo stesso progetto. Oltre alla sintesi del percorso compiuto, è previsto un incontro alla Camera e uno al Senato, durante il quale verrà simulata una seduta parlamentare.