Il trialogo

Bhai Sahib Ji, leader del un movimento Sikh, ha incontrato la presidente dei Focolari. Alcune considerazioni dopo questo colloquio, dal dialogo interreligioso al valore della carità
Bhai Sahib Ji

Bhai Sahib Ji è il leader di un movimento Sikh che ha sede a Birmingham. È un uomo di Dio, pieno di vitalità e sapienza, nonostante i suoi 72 anni. Il suo Gurdwara, un santuario, sede del movimento Guru Nanak Nishkam Sewak Jatha, è un’esperienza davvero singolare per tutto il Regno Unito. Oltre le normali funzioni religiose e formative, fornisce fino a 25 mila pasti gratuiti alla settimana per chiunque ne abbia bisogno. Una scuola elementare, anch’essa gratuita, per 420 studenti è stata appena inaugurata. Entrambe le opere sono possibili per le numerose donazioni e grazie al lavoro di centinaia di volontari. In una delle sedi dei Focolari di Londra, nel quartiere di Clapham nella consueta cornice di pioggia e freddo, Bhai Sahib Ji ha incontrato la presidente dei Focolari Maria Voce per un caloroso e profondo colloquio.

 

Il prossimo ottobre Lei si recherà ad Assisi per il nuovo appuntamento di dialogo interreligioso promosso dal papa. Cosa si aspetta?

«Il Medio Oriente è in fermento, ci sono guerre in Africa, tra qualche giorno è il decimo anniversario dell’11 settembre, sono sicuro che tutte le religioni cercano solo la pace. Non so il programma di Assisi e cosa succederà, ma mi aspetto che la nostra fede e la solidarietà tra noi crescano, ed anche che si dia più valore all’educazione».

 

Quali sono oggi i sentieri da percorrere per il dialogo interreligioso?

«Quando parliamo di dialogo in realtà noi dovremmo parlare di trialogo. Quando oggi parlavo con Maria Voce ho avvertito la presenza di qualcun Altro che ti assume, ti prende dentro, ti avvolge. Quando siamo solo in due che parliamo non mi sento a mio agio, quando senti che sei in presenza di Qualcuno, non si tratta più di dialogo, ma di trialogo. Vorrei sempre fare questo tipo di esperienza. È il vero dialogo».

 

Quali valori trova in comune con la spiritualità dei Focolari?

«Abbiamo molte cose in comune. L’idea del lavoro duro, la cultura del sacrificio, la benevolenza, il donarsi senza misura, il valore della carità e non dell’elemosina che ti fa ancora sentire superiore agli altri. La cultura del dare è, infatti, un dovere e non una scelta. Nei Focolari ho anche trovato l’assenza di egoismo e l’umiltà. Ho visto praticare l’altruismo e il desiderio di agire secondo il messaggio di Dio perché altrimenti si seguirebbero solo dei dogmi. Vedo che le persone del Focolare vivono questi valori, li trovo sempre sorridenti e vogliono aiutare fino a dare la vita. Trovo, inoltre, la sapienza di vedere Dio come l’Onnipotente e la fonte di ogni bene».

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