Il tg della sera

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Siamo milioni di italiani, ogni sera, a seguire il telegiornale. Purtroppo il palinsesto è sempre lo stesso. Dobbiamo veder passare in rassegna i politici di tutto lo schieramento parlamentare (par condicio) su ogni minimo dettaglio della vita pubblica (o meno pubblica), con opinioni rigorosamente divergenti (par condicio). Seguiamo, pazientando, sapendo che questa proceduta è necessaria, in attesa dell’evento. Poi i drammi umanitari, guerre, calamità, epidemie… Tragedie che occorre attraversare per arrivare all’evento. Poi altre notizie più o meno interessanti, che dobbiamo pur ascoltare se vogliamo arrivare all’evento. Ed ecco l’evento finalmente, la notizia che tutti attendiamo con ansia: gli ultimi dettagli del giallo di Perugia: il rinvenimento di un’ennesima traccia di quello che potrebbe essere sangue rinvenuta sotto una scarpa in cantina, un capello con un nuovo Dna, l’ipotesi di una ulteriore presenza in quell’appartamento, la conferma o la smentita dell’alibi… Sono dettagli secondari. Non sono quelli che ci interessano veramente. Quello che abbiamo atteso con tanta ansia e ci ha dato la forza di attraversare tutte le altre notizie è rivedere per la settantaduesima volta il volto della ragazza uccisa e quelli degli ipotetici assassini e dei loro ipotetici complici, ma forse sono tutti innocenti. Perché questo accanimento su un fatto di cronaca di cui i telegiornali si impossessano e si ossessionano a dilatare a dismisura facendone una autentica telenovela a puntate senza fine? Perché trasformare in divi dei poveri ragazzi senza ideali, smarriti dietro l’alcol, la droga, il sesso? Per incitare i loro coetanei a percorrere la stessa strada, l’unica per poter essere anche loro famosi e ricevere in carcere email, sms, lettere con attestazioni di simpatia e proposte amorose? E perché così attese, così seguite queste tristi storie? Forse perché, stanchi di retorica, di falsità, di personaggi di maniera, tutti cerchiamo persone vere e normali come noi, fatti veri come quelli che ci capitano ogni giorno. Se non sanno darci di meglio ci conteniamo anche di episodi squallidi come quelli di cronaca (come se la cronaca fosse solo quella degli omicidi o delle avventure e disavventure sentimentali di certi personaggi). È tempo di tornare al racconto di vita, alla narrazione delle esperienze vissute.Ma che abbiano contenuto e che stimolino a costruire la società, in positivo. Ce ne sono, basta guardarsi attorno, con sguardi attenti.

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