Il terzo Paradiso

Presso il fashion hub di piazza Gae Aulenti della camera della moda italiana, si chiude la Milano Fashion week con un'opera,  fatta di stracci, di Michelangelo Pistoletto. È dedicata al made in Italy.
Terzo paradiso

Presso il Fashion Hub di Piazza Gae Aulenti della Camera della Moda Italiana, lunedì 29 febbraio, Michelangelo Pistoletto chiude con l’evento più importante della Milano Fashion Week, “Terzo Paradiso” ‒ “Teoria della Trinomica”‒, fatto di stracci, in linea con l’ “arte povera” di Germano Celant e l’ “arte concettuale “ di Joseph Kosuth. L’ opera, simbolo delle Nazioni Unite, fatta delle 193 pietre che rappresentano gli stati membri dell’ Onu presso il Parco Ariana di Ginevra , immaginata sul mare, al largo di Cuba nel 2014 in occasione dell’incontro tra Barack Obama e Raoul Castro, viene realizzata nel prestigioso Fashion Hub  di Milano con materiali inediti, scampoli di tessuto e stracci, in omaggio all’arte povera di Germano Celant , materiali grezzi ed essenzialità.         

La dialettica del “tre” che rappresenta i tre cerchi, simbolo matematico di “Infinito”, realizzato nel “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, si sviluppa per “Teoria della Trinomica”, o procedere artistico. Significato dell’ “arte concettuale” di Joseph Kosuth è l’interesse esclusivo rivolto al processo ideativo, alla base dell’opera d’ arte, al simbolo matematico dell’ infinito come cammino dell’ umanità intera verso un dialogo degli opposti o “Nuovo Umanesimo”. I due cerchi opposti, tecnologia e natura sono congiunti da quello centrale che rappresenta il grembo generativo di un nuovo mondo ai fini di uno “sviluppo sostenibile”, ‒ osserva Michelangelo Pistoletto. Il progetto di ricondurre l’artificio, le scienze, le tecnologie, le politiche, alla sfera naturale ed etica della scelta responsabile determina il passaggio dall’ “arte concettuale” all’ “arte spirituale”, che Michelangelo Pistoletto indica come “l’esercizio di verità che accompagna sin dall’ inizio tutta la mia attività artistica”.                         

L’ omaggio di Michelangelo Pistoletto alla Milano Fashion Week rimanda alla “Venere degli stracci” del 1967, esposta al Louvre nel 2013, scelta del ready made e dell’arte concettuale. La “Venus Pudica”, rivolta di schiena, calco del Thorvaldsen, si rivolge a un cumulo di stracci, “poetica degli ultimi, delle periferie, del semplicemente autentico”.   Michelangelo Pistoletto, con ironia costringe “irriverente”, ‒ osserva Mauro Covachic ‒ il Bello assoluto ad abbassarsi sino al “marginale”. Quasi un’ arte del nascondimento, “l’ arte di scomparire” del filosofo francese Pierre Zaoui, edito da “Il Saggiatore”, “Biografia del silenzio” del teologo Pablo d’ Ors, edito da “Vita e Pensiero , “Libro Rosso” di Gustave Jung, “Avere o Essere” di Erich Fromm  .                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          L'osservare in incognito il flusso degli eventi, il recuperare il silenzio, il prendere le distanze dall’apparire a vantaggio dell’ essere, il  sospendere il giudizio sull’ altro, il lasciare esistere, lo scomparire a vantaggio dell’ ascolto e della visione sono i messaggi che Michelangelo Pistoletto cela nella “Venere degli stracci” e nel “Terzo Paradiso”.                             

 Aldo Lorenzi osserva: «Quando ero bambino in pochi potevano permettersi il lusso di tagliare una bistecca con un coltello particolarmente bello, funzionale. Al giorno d’oggi la scelta è particolarmente vasta, ma è anche più facile che prevalga l’apparenza. Guglielmo Miani ‒ amministratore delegato del brand di abbigliamento più antico di via Montenapoleone, Larusmiani, ‒ è uno dei pochi per la sostanza, unita al bello e alla profondità della conoscenza». Ne nasce uno stile raffinato, di una donna che attinge al guardaroba maschile ma non rinuncia alla femminilità estrema di colletti in Swarovski, shorts, velluti pregiati di varie lunghezze, capi reversibili in cachemire, colori classici, tinte unite. Vera eleganza nasce dunque solo da vera sostanza.

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