Il tenore del secolo
Non è esagerato dirlo. Perché di cantanti che uniscano presenza, attorialità, professionalità insieme ad uno strumento malleabile, come la voce, si contano sulla punta delle dita. Juan Diego Flòrez, 39 anni di Lima, è un peruviano che ha esordito nel ’96 al Rossini Opera Festiva di Pesaro, imparando in pochi giorni la parte difficilissima nella rossiniana Matilde di Shabran. Squillo argentino, funambolismo virtuosistico, mezze voci carezzevoli l’hanno portato sui palcoscenici di tutto il mondo,ed ora all’Accademia romana di Santa Cecilia, in un concerto gremitissimo il 24 maggio.
Tifo da stadio da parte dei presenti, con tanto di standing ovation e di bis, fra cui quello, ormai scontato, dalla donizettiana "Figlia del reggimento". Una voce melodiosa e precisa, che incanta sia nel repertorio barocco – arie di Bononcini, Ciampi, Piccinni – , sia nell’amato Rossini dei Péchés de vieillesse: tre arie dove il Pesarese ricorda a modo suo Donizetti e la Spagna. Poi spazio al melodramma di Meyerbeer, Gounod, Lalo, Offenbach e al repertorio della zarzuela – l’opera ispanica di canto danza e parlato – in cui Flòrez è maestro.
Simpatico, scherzoso, intelligente i l cantante è stato sommerso dagli applausi, ben accompagnato al piano dal fedele Vincenzo Scalera. Un suggerimento, ad un autentico divo: maggior prudenza nei sovracuti a voce spiegata- che possono a lungo andare “stimbrare” la voce ed indurirla – e uso del “falsettone” in Rossini, che renderebbe la voce di Flòrez, ancor più fascinosa. Ora la tournée prosegue in tutta Europa per l’intero 2012.