Il tempo eterno
«Perché ogni volta che dico al mio piccolo di quattro anni di aspettarmi due minuti, dopo pochi secondi si mette a piangere disperatamente?».
Quante volte ho sentito mamme lamentarsi per il fatto che i loro bambini non sono in grado di stare cinque minuti a giocare da soli, o che non tollerano più di trenta secondi di rimanere in castigo…
Quante volte ho sentito insegnanti delle prime classi elementari dispiacersi del fatto che molti bambini di sei anni non erano in grado di prestare attenzione per più di tre o quattro minuti…
La spiegazione di questo sta nel fatto che il bambino ha una percezione del tempo completamente differente dall’adulto. Il tempo, per il piccolo, è eterno, infinito. Per lui stare due o tre minuti da solo significa starci per due o tre ore …
Questa “eternità del tempo” permette ai bambini di vivere intensamente tutto quello che fanno. I bambini, infatti, sono pronti a cambiare umore e passare dal pianto disperato al riso a crepapelle, in pochi minuti, senza problema.
Ecco perché occorre avere cura e prestare molta attenzione al tempo che trascorriamo con loro, perché vivono tutte le cose e le realtà al massimo, con una intensità straordinaria.
Ecco allora perché è necessario non lasciarli piangere a lungo, solo perché siamo convinti che in questo modo imparano a stare da soli… Quanti pregiudizi a questo riguardo!
Quante volte sento genitori dire tra loro frasi come: «è capriccioso», «è testardo», «è furbo… perché dopo due minuti vuol fare quello che vuole», ecc.. No, è necessario che l’adulto si metta una volta per tutte nei panni del bambino per scoprire assieme a lui un mondo pieno, profondo, fatto di attimi sostanziati dall’intensità di tutto loro stessi.
Per questo, sia quando giochiamo, sia quando parliamo con i nostri bambini, occorre farlo con tutto noi stessi, senza distrazioni, come loro fanno con noi.
I bambini ci insegnano che il tempo è un dono di Dio ed è prezioso, che vale la pena utilizzarlo pienamente e che non bisogna sprecarlo, ma vivere ogni istante come se fosse l’ultimo della nostra vita.
Del resto, questo concetto viene anche descritto in modo particolare nel Vangelo, quando, a proposito dei bambini, Gesù ci dice che «loro è il Regno dei Cieli» e che occorre essere come loro.
Infatti, il Regno dei Cieli sarà con tutta probabilità la vita eternamente piena, dove il concetto di tempo non ci sarà più e tutto sarà vissuto nella pienezza e nell’eternità profonda e luminosa.
Eh, sì, questa volta è proprio il caso di dirlo: quanta pazienza i bambini hanno con noi!