Il tempo della tenerezza

“Siamo fidanzati da alcuni anni e vorremmo prepararci seriamente al matrimonio. Abbiamo letto da qualche parte che il periodo del fidanzamento è stato chiamato “il tempo della tenerezza”. Ma che significa vivere la tenerezza in questo particolare momento della nostra vita?”. Francesco e Rosa – Chieti Un’idea ancora molto diffusa tra giovani fidanzati è che, dopo il matrimonio, sarà finalmente possibile vivere il sesso con molta libertà e che dalla gratificazione sessuale dipenda la buona riuscita di un matrimonio. Assistiamo, invece, al fatto che tante unioni si sfasciano, talvolta anche molto presto, nonostante la notevole liberalizzazione sessuale. Certamente le cause responsabili di questa situazione sono molteplici; qui vogliamo soffermarci su una di queste che, a nostro parere, è tra le più importanti: l’incapacità della coppia ad esprimersi l’amore anche attraverso gesti di tenerezza. Ma che cos’è la tenerezza? Spesso la confondiamo con un eccesso di sentimentalismo, con un rapporto fatto solo di emozioni, con un amore platonico totalmente sganciato dalla realtà” La tenerezza, invece, è un atteggiamento maturo, che fa essere attenti alle ricchezze dell’altro e permette di partecipare, con tutto il calore della propria sensibilità, alle sue emozioni ed ai suoi sentimenti; essa si esprime con lo stile della dolcezza, della cordialità, dell’accoglienza, dell’attenzione ai piccoli gesti di affetto” La tenerezza è, per esempio, saper valorizzare l’altro (“come ti sta bene questo vestito! come hai parlato bene stamattina!” “), rispondergli con un sorriso, evitare di alzare la voce anche nei momenti difficili, saper ascoltare, dare un bacio o una carezza inaspettati; è, insomma, un’attenzione continua a far felice l’altro attraverso i mille gesti dettati dalla fantasia dell’amore. La tenerezza è anche ciò che permette alla sessualità di passare dalla sua dimensione esclusivamente istintiva ad una dimensione veramente umana. Essa, infatti, arricchisce di amore il desiderio dell’altro e riempie di gioia e gratuità il rapporto sessuale, aiutandolo a conservare la freschezza di un avvenimento sempre colmo di novità, impedendone così la monotonia e la ripetitività. Senza la tenerezza, a lungo andare, il linguaggio sessuale sarà svuotato di significato e sarà sempre meno in grado di comunicare piacere e gioia. D’altra parte, aldilà della volontà dei singoli coniugi, potranno esserci sempre tanti momenti nella vita della coppia in cui per svariate circostanze (malattie, lontananza, periodi di stress, ecc.) non si potranno avere rapporti sessuali. Come fare allora per non rimanere frustrati e continuare ad esprimersi l’amore anche attraverso le manifestazioni corporee? È la tenerezza che viene in aiuto ed è capace di riempire di significato anche un semplice bacio, una carezza, un abbraccio” In questo senso il periodo del fidanzamento può essere un periodo privilegiato per scoprire ed approfondire sempre di più l’arte della tenerezza. Se durante il fidanzamento si riesce a mettere da parte il linguaggio della genitalità, per concentrarsi sulla tenerezza, questo periodo può diventare facilmente un’occasione unica ed irripetibile per porre le basi per un solido rapporto di coppia e per una sessualità coniugale matura e gratificante. UN MARITO RACCONTA L’orologio subacqueo Abbiamo deciso di regolare le nascite dei nostri figli usando i metodi naturali. Non è sempre facile, anche perché questa decisione comporta dei periodi mensili in cui non possiamo avere rapporti intimi. In uno di questi giorni avvertivo particolarmente forte una spinta verso mia moglie, volevo dimostrarle in qualche modo tutta l’intensità del mio amore per lei, ma, non potendo pensare all’intimità fisica, mi sono recato al lavoro col desiderio di trovare comunque una soluzione. Ad un tratto la mia attenzione è stata colpita da un bellissimo orologio subacqueo nella vetrina di un negozio. Mi sono ricordato che Monica una volta mi aveva espresso il desiderio di un orologio di questo tipo, per non essere costretta a toglierlo ogni qualvolta, pulendo la casa, veniva a contatto con l’acqua. D’impulso sono entrato e ho comprato l’orologio, chiedendo al commesso di farmi una confezione regalo. Appena entrato in casa, mia moglie, vedendo quel pacchetto, subito mi ha chiesto: “Ma che festa è oggi?” “È la festa del nostro amore!”, e le ho dato quel piccolo regalo. L’intimità che in quel momento si è stabilita tra noi mi è parsa ancora più ricca di quella che avevamo tante volte sperimentata attraverso il rapporto fisico. Roberto F. – Venezia Spaziofamiglia@cittanuova.it UNA STRADA A SENSO UNICO “Amare è una strada a senso unico che parte sempre da te per andare verso gli altri. Ogni volta che prendi un oggetto o qualcuno per te, cessi di amare perché cessi di donare. “Se trattieni a te, per te, qualcosa o qualcuno, non dire d’amare questo oggetto o questa persona, perché nel momento in cui li afferri per trattenerli e custodirli – fosse pure per un attimo – l’amore muore tra le tue dita”. (M. Quoist, Riuscire, Sei)

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons