Il sorriso di Leo

Non tutti sanno che il successo della stella del calcio mondiale, l'argentino del Barcellona Lionel Messi, nasce da una storia di dolore.
Lionel Messi

 

La settimana sportiva appena conclusa è stata certamente caratterizzata dal ritorno sui campi di golf del fenomeno statunitense Tiger Woods, giunto quarto nell’Augusta Master, dalle spettacolari imprese del ciclista svizzero Fabian Cancellara, assoluto dominatore del Giro delle Fiandre e della Parigi – Roubaix, e dalla partenza del motomondiale, con l’ennesima vittoria del nostro Valentino Rossi. Ma la settimana sportiva appena conclusa è stata caratterizzata anche dalle gesta di Lionel Messi, il calciatore del Barcellona che con le sue prodezze si sta meritando sempre più frequentemente l’accostamento a giocatori del calibro di Pelè e Maradona.

 

Lo scorso anno “Leo” ha vinto il Pallone d’oro, l’ambito riconoscimento che viene attribuito al miglior calciatore che gioca nel nostro continente. Quest’anno, a soli ventitre anni, Messi sembra addirittura migliorato ulteriormente: grandi prestazioni e, sin qui, 40 reti in 44 partite, la maggior parte delle quali arrivate al termine di azioni bellissime, fatte di scatti, serpentine, finte, colpi di tacco. Insomma, un giocatore unico, spettacolare, che da solo vale il prezzo del biglietto. «Messi è un giocatore straordinario che rende possibile anche l’impossibile. A vedere cosa è in grado di fare su un campo di calcio sembra di assistere ad una partita di videogame!».

La dichiarazione di Arsene Wenger, tecnico dell’Arsenal intervistato dopo la sconfitta patita dalla sua squadra nei quarti di finale di Champions League contro il Barcellona, rende bene l’idea. Nel corso di questa partita Messi ha realizzato quattro reti, una più bella dell’altra, divenendo il primo giocatore a compiere una simile impresa in un match della fase finale di questa competizione. Sabato scorso poi, nella partitissima della Liga Real-Barcellona, Leo ha segnato nuovamente e ha trascinato la sua squadra al successo sui rivali madrileni in una delle partite stagionali più sentite dagli spagnoli. Ormai tutti sembrano concordare: è lui il più grande talento attuale del calcio mondiale.

 

Ma il cammino di Messi verso il successo non è stato privo di ostacoli. Sin da bambino Leo mostra un talento fuori dal comune. A soli dieci anni, però, gli viene diagnosticata una disfunzione di crescita, una rara forma di nanismo. I suoi amici crescono, lui no. Sembra la fine di un sogno, ma i medici si accorgono che con determinate cure questo problema potrebbe essere risolto. Si tratta in pratica di effettuare per alcuni anni una cura a base di ormone della crescita. Una cura costosa (una siringa al giorno da circa cinquecento euro!), che né la famiglia, né, tantomeno, nessuna società calcistica argentina, possono permettersi. Si, in molti hanno intuito il grande “potenziale” talento di questo ragazzo, ma chi può realmente accollarsi i costi di una scommessa peraltro apparentemente senza speranza? Nel calcio moderno ormai la potenza ha un ruolo preponderante, e ammesso e non concesso che il ragazzo riesca davvero a crescere almeno un po’, cosa potrà mai riuscire a fare un al cospetto di atleti molto più dotati fisicamente?

 

Leo non si arrende ed intuisce che solo se un grande club si accorge di lui qualcosa potrebbe cambiare. Si allena duramente finché un giorno un osservatore del Barcellona lo vede giocare e decide, nonostante tutto, di puntare su questa giovane promessa del calcio mondiale. Così, il club azulgrana lo porta in Spagna con tutta la famiglia pagandogli e garantendogli per tre anni tutta l’assistenza medica di cui ha bisogno.

 

Lo fa crescere e maturare senza fretta, anche se per Leo non sono anni facili: il futuro agonistico a certi livelli rimane incerto, e le cure gli procurano spesso nausea e vomito, oltre a dolori lancinanti a muscoli ed ossa. Ma tiene duro, principalmente perché vuole ripagare la fiducia di chi ha creduto ed investito in lui. Non si lamenta e gradualmente cresce, sia in bravura che in altezza, fino a quando viene chiamato ad esordire in prima squadra dove incanta subito tutti grazie alla sua abilità ed al suo sorriso. La scommessa è vinta, ed il resto della storia, dal 2004 ad oggi, ci parla di un ragazzo in un continuo aumento di successo e notorietà, un vero idolo per milioni di giovani appassionati di calcio, un giocatore che per la bellezza del suo gesto atletico va addirittura oltre lo sport, entrando in una dimensione quasi … artistica.

 

Messi oggi è un fenomeno che va “controcorrente” rispetto alla maggior parte dei suoi più celebrati colleghi, un campione che gioca in una squadra anch’essa, per certi versi, controcorrente. Le difficoltà incontrate sin qui nella vita, il fatto di essersi dovuto sudare ogni “centimetro” di successo, hanno fatto di lui un ragazzo riservato, timido, quasi contrario alla ribalta dei media e da qualche settimana anche “Ambasciatore dell’Unicef”, l’organizzazione internazionale di cui, da alcuni anni, il Barcellona è sponsor.

 

Si, avete capito bene, non si tratta di un errore di stampa, ma di una sponsorizzazione … al contrario. La squadra catalana, orgoglio e simbolo di un’intera regione, invece di ricevere un mucchio di soldi in cambio dell’apposizione di un logo sulla maglia, come avviene per tutti i più importanti club calcistici del mondo, finanzia ogni anno, dal 2006, vari progetti attraverso il versamento di svariati milioni di euro nelle casse dell’importante organizzazione mondiale per i diritti dell’infanzia. In cambio, si fa per dire, il logo dell’Unicef è collocato al centro delle divise rossoblu in contrapposizione alla storica regola secondo cui era vietata ogni pubblicità sulle magliette del club catalano.

 

Tutti gli appassionati di sport attendono i prossimi giorni per vedere Messi di nuovo all’opera in occasione delle due sfide di semifinale di Champions League in cui il Barcellona sarà opposto all’Inter. Ma a prescindere dal risultato finale, siamo certi che solo vedere giocare “la pulce”, come viene affettuosamente ribattezzato Leo dai suoi tifosi, varrà il prezzo del biglietto.           

 

 

 

 

 

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