Il silenzio e i costi della parola

Città nuova on line aderisce allo sciopero dei giornalisti indetto domani dalla Federazione nazionale della Stampa. Non si difende un diritto di categoria ma la libertà d’informazione messa in discussione dal ddl sulle intercettazioni e dagli aumenti delle tariffe postali. Nodi critici dei due decreti.

Esponiamo i nodi critici del disegno di legge sulle intercettazioni, noto come “legge bavaglio” e una nota sull’aumento delle tariffe postali.

 

Le intercettazioni e i magistrati.

I magistrati potranno intercettare laddove ci siano gravi indizi di reato per un massimo di 75 giorni.. Si possono richiedere poi proroghe ma che non superino i tre giorni. Ad autorizzare queste proroghe sarà un collegio di giudici che risiede in città spesso distanti dalle procure. Per i delitti di mafia il limite è innalzato a venti giorni.

 

Il magistrato che rilascia dichiarazioni o rivela alla stampa informazioni coperte dal segreto istruttorio rischia di essere sostituito e allontanato dall’indagine.

 

Cancellieri e informatori dei tribunali che rivelano notizie inerenti al procedimento rischiano fino a 6 anni di carcere.

 

Le riprese e le registrazioni all’interno delle aule di tribunale dovranno essere autorizzate dal presidente di Corte d’Appello del distretto.

 

Punite con il carcere le registrazioni o le videoriprese non autorizzate o registrate di nascosto. Sono escluse quelle effettuate dai giornalisti

 

In luoghi pubblici, tipo bar, negozi e uffici sarà ammissibile collocare cimici e microfoni, e non più nelle case o nelle automobili private. Le intercettazioni sono autorizzate se si ha certezza che si stia compiendo un reato.

 

Ogni procura dovrà istituire un registro sulla tracciabilità delle intercettazioni

 

Le intercettazioni e i giornalisti

Si ribadisce di fatto una norma che vietava già la pubblicazione delle intercettazioni coperte da segreto istruttorio. Crescono però le sanzioni a carico del giornalista: un anno di arresto e una multa di 10mila euro. Inoltre non si pubblica nulla di un’inchiesta fino al processo, anche se le parti sono informate. Sono ammessi riassunti degli atti delle indagini in corso.

 

Multe salatissime per gli editori. Pagheranno 300 mila euro se il giornalista pubblicherà trascrizioni prima della chiusura delle indagini preliminari. L’ammenda sale a 450mila euro se tali trascrizioni violino la privacy di persone non indagate.

 

L’aumento delle tariffe postali

Dal primo aprile e senza alcuni preavviso sono state sospese le agevolazioni per le spedizioni postale di prodotti editoriali ovvero libri, quotidiani e periodici. Fino a marzo la spedizione di una copia in abbonamento costava 28,30 centesimi di euro a pezzo, di cui circa 15 centesimi coperti dallo Stato. Ora tutto è a carico dell’editore, con un aggravio di spesa del 500% che ricadrà inevitabilmente sugli abbonati e sta già limitando l’uscita di alcuni periodici, incapaci di sostenere questi aumenti improvvisi.

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