Il Signore delle figurine

È morto Umberto Panini, l'ultimo esponente della famiglia. Dalla loro edicola nel centro di Modena nacque a metà degli anni Sessanta un prodotto geniale ancora popolarissimo
Figurine Panini

Da bambino, quei lunghi pomeriggi passati a giocare a figu, alle figurine. Si lanciavano contro un muro, vinceva chi si avvicinava di più; s’impilavano per terra, vinceva chi le centrava con un sasso liscio, e si teneva quelle che aveva buttate giù. Si giocava all’oratorio, nel cortile di fronte a casa. Ci si scambiava figu negli intervalli della scuola. Appena si raggranellava qualche soldo si correva dal cartolaio per comprarne qualche pacchetto, che si scartava con scaramantica lentezza.

Chissà… forse era la volta buona, quella di trovare la più rara di tutte, quella di Pizzaballa, portiere dell’Atalanta. E così, aperto il pacchetto, con il fiato in gola… cielo (c’è l’ho), cielo, cielo, manca… Si mettevano da parte le doppie per gli scambi, si correva all’album per incollare quelle che mancavano.

Le figurine alimentavano il nostro piccolo commercio di scolaretti. Ora della celebre famiglia Panini – i quattro fratelli che a partire da un’edicola nel centro di Modena inventarono un prodotto, le figurine appunto, che ebbe una straordinaria diffusione popolare – è morto Umberto, l’ultimo della dinastia.

Con lui si chiude un’epoca gloriosa. Umberto era un geniale meccanico che aveva trovato fortuna al di là dell’Oceano. Quando i fratelli ebbero l’idea delle figurine lo richiamarono: «Torna, perché abbiamo bisogno di te. L’America è qua!». Lui tornò e in breve tempo ideò la macchina per imbustare le figurine, la mitica Fifimatic (perché nel gergo di famiglia Panini le figurine si chiamavano fifi). S’era nel 1965. I quattro fratelli, con le figurine, fecero fortuna. «Un giorno – scrive Umberto Panini nella sua autobiografia – un signore voleva venderrmi un biglietto dell’Enalotto. Gli ho detto: “Che cosa vuole che me ne faccia? Più di quello che ho avuto…”». Un altro che se ne va, di quell’Italia piena di creatività e iniziative, che alla fine degli anni ’50 s’affacciava baldanzosa al mondo. Per fare la sua bella figura.

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