Il significato di un incontro

Siamo dunque all’esordio della giornata di Stoccarda che ha per titolo: Insieme per l’Europa. L’hanno preparata e organizzata movimenti, comunità e gruppi della Chiesa cattolica, di quella evangelica, e altri cristiani che, insieme, desiderano dare un proprio contributo all’Europa unita. Da anni si parla dell’Europa – intendendo, per lo più, l’Europa politica o geografica o economica o dell’euro… Ma ecco che è fiorito nei cuori, e non solo nei nostri, un pensiero insistente, quasi un sogno: veder sorgere l’Europa dello spirito, certi, fra il resto, che sviluppandone l’aspetto spirituale, i paesi che lo compongono acquisteranno maggiore coesione fra loro. Ci spinge a ciò la costatazione che la storia dei popoli non è fatta soltanto di aspetti negativi: guerre, invasioni, divisioni, calamità…, anche se sono stati purtroppo presenti fra noi. Ma, accanto alle ombre, si possono intravedere delle luci, perché il Signore della storia non abbandona mai nessuno. Pur lasciando tutti liberi, segue con interventi provvidenziali persone, popoli, l’intera umanità. Lo fa, ad esempio, mandando, via via nel tempo, grazie particolari, carismi dello Spirito. Così è stato anche per l’Europa. Ricordiamo con gratitudine, ad esempio, i testimoni del Vangelo, alcuni scelti come patroni dell’Europa dalla Chiesa cattolica. Tra il V e il VI secolo, vediamo Benedetto da Norcia dar vita ai benedettini, che creano una rete di centri spirituali, economici e culturali, attorno ai quali rinasce spiritualmente e socialmente l’Europa. Nel IX secolo, Cirillo e Metodio del mondo bizantino creano, per l’evangelizzazione dei popoli slavi, un alfabeto che ne esprime la lingua, salvando così la loro identità culturale, a forte segno che l’Europa unita dovrà sempre arricchirsi della sua varietà. In un momento, poi, in cui l’Europa sembrava avere smarrito il senso della propria unità spirituale, ecco Brigida di Svezia e Caterina da Siena che si rivolgono ai potenti del tempo, ricordando loro il vero compito: servire la giustizia. Certo, i grandi testimoni del Vangelo sono così numerosi che è difficile farne una scelta. Possiamo ricordare il conte von Zinzendorf del 1700, fondatore della comunità di Herrnhut; il pastore evangelico Dietrich Bonhoeffer fra i numerosi martiri del XX secolo; l’ortodosso Tichon, patriarca di Mosca e di tutta la Russia. E, tra i pionieri dell’ecumenismo, il vescovo anglicano George Bell. E che dire del patriarca Athenagoras I, profeta dell’unità, con il suo grande amore per tutti i popoli? V’è poi grandezza d’animo e illuminata intelligenza anche nei padri di quell’Europa che oggi stiamo costruendo, come Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi. Tutte queste sono luci. Ma ora chiediamoci: come proseguire oggi l’opera di quanti attraverso i secoli hanno contribuito a costruire l’Europa? Per dare un’anima all’Europa, che generi un’unità spirituale forte, ci sembra che non manchino gli strumenti, e con essi gli impegni e gli sforzi. Uno strumento, la cui efficacia non è ancora del tutto conosciuta, è la presenza, dopo i primi decenni del 1900, tra i cristiani di paesi soprattutto europei, di decine e decine di nuovi movimenti ecclesiali e comunità di vita cristiana, come quelli a cui molti di noi appartengono. Essi si presentano – così Giovanni Paolo II – come espressioni di quella nuova primavera che lo Spirito Santo sta suscitando in tutta la cristianità (1). E, perché fondati, o prevalentemente composti da laici, non mancano, in genere, d’un sentito profondo interesse per il vivere umano e di una ricaduta della loro azione nel campo civile, con l’offerta di concrete realizzazioni politiche, economiche, sociali… Sono realtà carismatiche spirituali, atte ad offrire alla cristianità, che vive in un mondo così secolarizzato, l’autenticità e la radicalità del Vangelo vissuto. Nate e diffuse in Europa, sono come tante reti di fraterni rapporti che già mettono insieme i popoli, quasi a preparare, a livello di laboratorio, una piena unità europea. Questi movimenti, comunità, associazioni, gruppi, seguendo ognuno il proprio carisma, concretizzano l’amore evangelico in tante forme, tutte più che utili, anzi necessarie al comporsi dell’Europa dello spirito. Ora, è nostra convinzione che, se i doni dello Spirito dei diversi movimenti e comunità cristiani saranno meglio conosciuti e apprezzati dagli europei attraverso, ad esempio, iniziative come l’attuale giornata, si potrà concorrere veramente a rendere il nostro continente più ricco spiritualmente, più unito in sé stesso e più aperto. I movimenti cercheranno oggi di fare la loro parte, ponendo la luce in alto secondo le parole del Vangelo: Che gli uomini vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli (Mt 5, 16). E lo faranno a gloria di Dio e per il bene dell’Europa, la nostra grande patria. 1) Giovanni Paolo II, Omelia della Messa di Pentecoste, 31 maggio 1998 in La traccia, 5 (1998), p. 513.

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