Il sì di Berlino al “salvagente dell’Euro”
La Germania ha approvato l'allargamento del Fondo europeo di stabilità. Dal nostro corrispondente, i perché della decisione e i nodi ancora irrisolti
Il governo tedesco ha approvato l’allargamento del “salvagente dell’euro” – il fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf) – con 523 voti a favore, 85 contrari e 3 astenuti. I parlamentari cristiano-democratici (Cdu) e liberali hanno tirato un sospiro di sollievo: dopo settimane, solo 15 parlamentari provenienti dalle proprie fila hanno votato contro la decisione, presa dopo un caldissimo dibattito. Se dalla votazione non fosse emersa nessuna maggioranza, ciò avrebbe significato per Angela Merkel una perdita di fiducia e minacciato la coesione della coalizione: una delle spiegazioni politiche al risultato emerse sinora è che Camera dei deputati avrebbe scelto di stare dalla parte della Merkel per non indebolire il suo potere.
L’Efsf dovrebbe così ora aumentare di 780 miliardi di euro, di cui 211 a carico della Germania: certo non un boccone facile da digerire, essendo più di due terzi delle entrate federali. A conti fatti, anche i parlamentari dell’opposizione socialista e dei Verdi non hanno visto alternative all’aumento del fondo: soltanto il partito comunista si è opposto. «Se cade l’euro cade l’Europa», aveva avvertito la Merkel, e la Germania agirebbe contro il suo stesso interesse se non facesse tutto per la stabilità della moneta e dell’economia europea. Secondo il Partito bavarese della Csu, alleato della Cdu, la misura però è colma: non sacrificheranno un solo centesimo in più alla causa dell’Euro. Anche il partito socialista (Spd) e altri economisti sono del parere che la saga non sia ancora finita, e che la comunità Europea proporrà subito un altro allargamento del salvagente.
Anche dopo l’approvazione, nessun politico sa spiegare ai cittadini l’urgenza e la necessità di questo provvedimento. Nessuno pensa più, in questi tempi di crisi, alle radici dell’idea di un’Europa unita. I contribuenti sanno che ne porteranno il peso, e tanti sono stanchi di un’Europa che viene a cercare la gallina tedesca dalle uova d’oro solo quando ci sono problemi economici. Inoltre l’interesse dei cittadini per l’Europa è in calo, e non solo per una questione di portafogli: il problema è molto più complesso e difficile da descrivere. Di crisi si parla già da tanto tempo nei media, e i cittadini hanno l’impressione che la politica abbia poca efficacia di fronte al superpotere della finanza.