Il Sentiero di Francesco
Giunto alla sua quinta edizione, il Sentiero di Francesco, svoltosi tra l’1 e il 3 settembre, cresce in numeri e in significato, rievocando, oltre alle gesta del Poverello patrono d’Italia, piccole somiglianze e aspettative che fanno capo ad altri ben più corposi e leggendari percorsi, tra i quali, un esempio su tutti, il Cammino di Santiago.
Da ascrivere a simili evocazioni innanzitutto il senso: un cammino vive dell’ascolto. Ascolto della propria proiezione interiore, in preghiera o meditazione, della natura, del compagno di viaggio con cui si è intrapreso il percorso o che si affianca in un tratto, condividendo con i nostri passi le più variopinte sfaccettature. Le motivazioni che hanno spinto i pellegrini a coprire i circa 45 chilometri che separano Assisi e Gubbio sono probabilmente tante quante i “camminatori” stessi, nell’ultima occasione quasi 600. Tra di essi anche una ventina di giornalisti specializzati in comunicazione ambientale della rete Greenaccord onlus, invitati a prendere parte all’occasione per provare in prima persona l’esperienza del pellegrinaggio e cercare di trasmetterne sensazioni, colori e profumi, nell’ottica di una riflessione radicale sul rapporto tra uomo e natura.
La 5° edizione del Sentiero di Francesco, organizzata dalle diocesi di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Gubbio, con il patrocinio della Regione Umbria e il supporto del Consorzio Umbria & Francesco’s way, ha assunto particolare significato non solo in virtù della partenza da Assisi subito dopo l’Angelus del papa dell’1 settembre, in cui la parola "pace", la stessa in nome della quale Francesco compì la sua missione, è risuonata inequivocabilmente in merito alla vicenda siriana, ma anche perché coincisa con la Giornata nazionale per la custodia del creato.
L’itinerario comprende Assisi, Valfabbrica e Gubbio e risponde a quello compiuto dal Santo nell’inverno tra il 1206 e il 1207, dopo aver rinunciato ai suoi beni materiali e all’autorità paterna: «Francesco venne a Gubbio da uomo finalmente libero – spiega il vescovo, Mario Ceccobelli –, per questo abbiamo pensato di riproporre quel cammino, sia fisico sia interiore, legandolo al tema della riconciliazione, con sé stessi, con i fratelli, con Dio, con il creato».
«Con questa iniziativa – aggiunge il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino – vogliamo ricordare il messaggio che il santo lanciò al momento della totale spoliazione: imparare dove risiede il reale senso dell’esistenza. Dobbiamo imparare a godere di ciò che è più in profondità e non bearci dell’accumulo, del possesso e del dominio, guardando agli altri con generosità e apertura».
Un sentiero antico, cui la cultura europea deve la sua identità: tracciati ove l’opera di monaci e frati era guidata da una visione di uomo che riuniva nella stessa prospettiva l’agire economico, spirituale e ambientale. Ogni opera o lavoro, registrato tra i boschi e i monasteri di questi luoghi, trovava spesso frutto anche dopo decenni, se non secoli, in un’ottica di servizio a lungo termine alla causa delle comunità, non solo cristiane, per le quali l’idea di “prestito del creato dalle generazioni future” era norma monastica stessa de facto.
L’itinerario “geografico” di oltre 800 anni di storia è stato recuperato in parte dal Fondo ambiente italiano, mentre Guardia forestale e Croce rossa hanno assicurato accompagnamento pressoché costante ai pellegrini in cammino. Apprezzatissima anche la presenza di alcuni punti di ristoro firmati Coldiretti e ProLoco, e non è mancata la generosità personale di alcune famiglie che non hanno esitato ad aprire le portedelle proprie abitazioni per permettere ai pellegrini un veloce rifocillamento.
Durante le soste sono state utilizzate solo stoviglie e buste in bioplastica MaterBi, innovativa famiglia di bioplastiche contenenti materie prime rinnovabili come amidi e olii, prodotta da Novamont, colosso del settore che guida la filiera produttiva Mater-Bi con il suo principale impianto a Terni. Tutti i prodotti in Mater-Bi usati nel settore agricolo, nella ristorazione, nell’imballaggio e nella realizzazione di biolubrificanti, sono biodegradabili e inoltre svolgono un ruolo fondamentale nel permettere l’avvio al compostaggio della frazione organica dei rifiuti.
L’innovazione è valsa il premio "Lupo di Gubbio 2013", assegnato a Novamont il 3 settembre scorso, dedicato quest’anno alla riconciliazione con il creato, scelta non casuale vista la concomitanza con la Giornata nazionale per la custodia del creato, indetta dalla Cei.
Nell'incamminarsi lungo il sentiero è però molto importante anche l'approccio spirituale del pellegrino. Un consiglio, in questo senso, arriva dalla “Lettera al pellegrino francescano” di un eremita, padre Basilio Martin, che invita a «cercare di rivivere il suo [di san Francesco] spirito di pellegrino, quello spirito che in compagnia di frate Leone visse in una notte fredda e piovosa, mentre si spostava dalla città di Perugia a quella di Assisi, rispondendo cosa intendesse per "perfetta letizia"».
«Quando noi saremo a Santa Maria degli Angeli a notte profonda – disse il Poverello secondo le “Fonti francescane” cui padre Basilio fa riferimento – così bagnati per la pioggia e agghiacciati per il freddo, infangati e afflitti di fame, e dopo aver a lungo picchiato alla porta del convento, il frate portinaio verrà adirato e dirà: […] "Voi non dite il vero, siete due briganti che andate ingannando il mondo e rubando le elemosine dei poveri; andate via"; e non ci aprirà e ci farà stare fuori alla neve e all'acqua, col freddo e con la fame fino alla notte; allora se noi a tanta ingiuria e a tanta crudeltà sapremo sostenere pazientemente senza turbarcene e senza mormorare di lui, e penseremo umilmente che a quel portinaio è Dio che lo fa parlare così contro di noi; o frate Leone, scrivi che quivi è perfetta letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell'anima».
Tutte le informazioni sul pellegrinaggio lungo il Sentiero sono disponibili sul sito www.ilsentierodifrancesco.it.
(Foto Agenzia Press News).