Il senso dell’amore

Alix Kates Shulman - Einaudi
Copertina del libro

Il racconto della Shulman, storica femminista americana, in certi punti sembra un manifesto di femminismo “progressista”. Ma il libro è molto di più. Alix ha sperimentato più volte «l’abisso del divorzio» e non si è risparmiata nessuna delle trasgressioni e “conquiste” moderne, non ultimo il tradimento del marito traditore. A cinquant’anni, però, «dopo matrimoni, figli, carriere», scopre cosa significhi la parola “per sempre”. Il suo stare con Scott è basato su patti chiari: indipendenza e attenzione a non invadere i rispettivi spazi vitali. Alix difende la sua libertà, «sempre diffidente a dar via il suo cuore», eppure, dopo alcuni anni, sposa Scott, in «un’unione sperimentale di due anime autonome».
Poi arriva il primo incidente. Mentre lo portano in emergenza, Scott le mormora: «Sei stata molto amata». Poche parole, che cambiano tutto: «La nostra decantata autonomia si dimostrava un inganno, avrei rinunciato volentieri alla mia vita indipendente per ripristinare la sua». Seguono anni belli, finché un secondo incidente frammenta la memoria a breve termine di Scott e lo rende «totalmente dipendente» da lei, «facendoci prigionieri entrambi». È il dramma: i punti fermi della vita di Alix saltano, non ha più un minuto libero, niente autonomia, niente indipendenza. Le amiche femministe la spingono ad abbandonarlo: «Stai cercando di diventare una specie di eroina, o è solo amore?».
Alix si interroga su “vita a due”, amore e matrimonio, cuore e mente, sentimento e volontà. Faticosamente, scopre che vuole lottare per entrambi, «lui è mio e io sono sua: tutti gli altri sono intrusi ai quali non lo affiderei mai». Diventa un’esperta della malattia. Scopre, con sorpresa, che «nella scala della realizzazione la devozione può superare l’indipendenza». Vive il faticoso passaggio dal restare ripiegata sul proprio egoismo, all’uscire da sé stessa verso il cielo dell’altro.

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