Il segreto della Carlina

Conosco un paese dove le mamme, quando i bambini non stanno buoni, dicono: Adesso ti porto dalla Carlina!. Questa, però, non è una minaccia, i bambini lo sanno bene e sono sempre contenti di andare da lei. Quando sono là, non vorrebbero mai venire via. L’abitazione della Carlina si riempie più del solito nei giorni di pioggia perché si sa che i bambini, costretti a stare in casa, prima o poi fanno perdere la pazienza alle mamme. Esse allora li infagottano per bene ed escono sotto l’acqua, per andare a casa Carlina. E, immancabilmente, le chiedono: Ma come fa a farli stare buoni? Lei deve proprio avere un segreto!. Volete sapere anche voi qual è il segreto della Carlina? Allora ascoltate cos’è capitato a un bambino che un giorno arrivò a casa della Carlina con il libro di matematica. Paolo, ti piace la matematica?, gli chiese la Carlina. Neanche un po’ – rispose lui -, ma devo studiarla per forza!. Bene, allora risolviamo un bel problema , disse la Carlina, sorridendo. E aprì il libro. Ma guarda un po’ cosa mi toc- ca fare! – sbuffò il bambino dentro di sé -. Ed io credevo di essere venuto qui per giocare. La Carlina tirò fuori dalla tasca del suo grembiule azzurrino una bottiglietta che conteneva una polverina d’argento. La spruzzò sul libro poi si sedette di fianco a Paolo, in silenzio e si mise tranquillamente a lavorare a maglia. Il bambino incominciò a leggere, ad alta voce: Un triangolo equilatero ha l’area di cm? 308,5. Metà della base misura cm. 8,25. Calcolare l’altezza. Era proprio un bel problema! Paolo non riusciva più a ricordarsi la formula dell’area del triangolo perché quella mattina, a scuola, era stato molto distratto. E la Carlina non sembrava intenzionata a dargli una mano. Paolo avrebbe voluto trovarsi a casa sua, in quel momento, anche a costo di litigare con il fratellino più piccolo. Un triangolo equilatero ha l’area di cm? 308,5…. Paolo leggeva e rileggeva quelle parole. Ad un tratto, una lacrima cadde sulla pagina. Ehi, fa’ attenzione! – si sentì subito gridare -. Mi stai bagnando tutto! Eccì! Per colpa tua, ho già preso il raffreddore!. Chi stava protestando così vivamente? Era il triangolo equilatero! Oh, scusami, disse Paolo, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano. Poi gli venne un’idea geniale: disegnò un bel manico sotto la base del triangolo, lo colorò di rosso, aggiunse una punta gialla sul vertice ed esclamò: Eccoti trasformato in un ombrello! D’ora in poi non avrai più paura di qualche goccia d’acqua! Il triangolo se ne andò, soddisfatto. Subito la notizia si sparse per tutto il libro di matematica: C’è un bambino che sa trasformare le figure geometriche in oggetti più simpatici! . Dal libro allora saltarono fuori rettangoli, piramidi, rombi, quadrati, linee curve e parallele, numeri, aree e perimetri. Ci sono prima io!, strillava una piramide che si dava un sacco di arie, per via di certe sue famose antenate. Tocca prima a me, perché sono più grande!, diceva un’area, mettendo da parte in malo modo un povero perimetro. Calma, signori, calma! – disse Paolo che ormai si sentiva un piccolo mago Merlino -. Venite avanti uno alla volta, con ordine.Vedrò di risolvere i vostri problemi. Si fece avanti un cono, il quale disse: Noi solidi, in genere, siamo antipatici ai bambini perché abbiamo delle formule un po’ difficili. Mi puoi aiutare?. Ma certo! Ora ti riempio di gelato: il primo bambino che indovina il tuo volume, può mangiarselo tutto. Una sfera guardò il cono con un pizzico invidia, poi si fece avanti e chiese: Fammi diventare più attraente!. Paolo sorrise, pensando: Questi sì che sono problemi divertenti!; prese alcune brevi linee e le dispose attorno alla sfera. Ora sei uno splendido sole estivo!, esclamò. Poi si guardò attorno e, in un problema, scovò un rettangolo che misurava quattro metri per dodici, lo riempì d’acqua ed ecco pronta una bella piscina! Adesso i bambini faranno a gara per risolvere i problemi con sfera e rettangolo! disse, tutto contento. Ma non c’era tempo per i compiacimenti, perché una folla di personaggi cercava di farsi avanti, spingendosi e dandosi gomitate. Erano i numeri. Noi – disse il numero Uno a nome di tutti -, quando ci mettiamo assieme per formare le tabelline, diventiamo un bel grattacapo per i bambini. Cosa possiamo fare?. Paolo ci pensò un momento, poi esclamò: Ho trovato! Dovete inventare delle rime: Tre per tre uguale nove, con l’astronave arrivo su Giove. Nove per sette sessantatré, salgo a cavallo e mi sento un re. Tre per nove ventisette, voglio una torta tagliata a fette. Sei per otto quarantotto, compro una moto se vinco al lotto. Quattro per cinque uguale venti, troppi dolci fan male ai denti. In quel momento arrivò la mamma di Paolo. Mi dispiace, devo tornare a casa -disse il bambino ai numeri -, continuate da soli. E correndo incontro alla mamma esclamò: Mamma, mi sono divertito tanto, con la matematica! . La mamma lo guardò stupita, poi guardò la Carlina e le chiese: Ma come ha fatto? Lo dicevo io, che lei deve avere un segreto!. Paolo, quel segreto, lo aveva scoperto. E voi? Avete capito qual è il segreto della Carlina? È la Fantasia che sa trasformare le cose di ogni giorno in un gioco divertente. “Ma la favola non finisce qua. La sera, Paolo pensò che dopo avere risolto tanti problemi divertenti, era giusto dedicarsi anche a quello che la maestra gli aveva assegnato. Aiutato dal papà lo risolse, con un sorriso.

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