Il seggio vacante

In un'idilliaca cittadina della provincia inglese le tensioni  ei rancori di una comunità divisa. Di Joanne Rowling per Salani
Il seggio vacante di Joanne Rowling

La Rowling ha cambiato genere. Dopo il successo strabiliante della saga di Harry Potter si cimenta in un romanzo che traccia un affresco realista del Regno Unito moderno.

Descrive la vita di Pagford, idilliaca cittadina della provincia inglese, con tanto di piazza del mercato lastricata di ciottoli e antica abbazia, un posto all’apparenza tranquillo e perbene, ma che dietro la facciata ipocrita cela le tensioni e i rancori di una comunità divisa, composta da famiglie anch’esse divise.

 

Il seggio vacante nel consiglio parrocchiale, lasciato dalla morte improvvisa di Fairweather, è il fulcro attorno al quale si scatena un’autentica guerra, pur cercando di mantenere le parvenze di graziosa cittadina in cui si vive in armonia. Il tema, come dice la Rowling, è quello della responsabilità: «L’idea che ognuno di noi è responsabile della propria situazione di vita – la sua felicità, la sua salute, la sua fortuna –, e responsabile per gli altri, il coniuge, i figli, la società in generale».

 

Con il suo nome stampato sulla copertina, il romanzo ha fatto subito il botto al botteghino delle vendite. E sarà anche adattato per la televisione dalla Bbc. Ma se l’avesse scritto qualcun altro, un romanzo così, avrebbe avuto tale successo? Temo di no.

 

Ma si sa, cambiar genere non sempre riesce, neanche agli artisti più versatili. Nonostante la consumata professionalità di scrittrice, le emozioni che riusciva a trasmettere con le avventure del maghetto la Rowling ce le fa apparire… proprio vacanti.

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