Il saluto dell’Argentina a Kirchner
Morto a 60 anni l'ex presidente rivale di Menen. Anni difficili i suoi, dove però ebbe iniziò la ripresa economica e si tornò a parlare di diritti umani. Dal nostro corrispondente.
L’ex presidente argentino Néstor Kirchner é morto il 27 ottobre intorno alle 9,50 del mattino a causa di un peggioramento del suo stato di salute. Da poche settimane sottoposto ad un intervento di angioplastica, Kirchner soffriva da tempo di problemi di stomaco, che in varie occasioni ne avevano motivato il ricovero. Sin dalle prime ore del mattino le agenzie hanno diffuso un dispaccio sul ricovero per un malore sopraggiunto improvvisamente mentre, con la sua consorte e attuale Presidente della Repubblica, Cristina Fernández, si trovava a El Calafate, nella provincia di Santa Cruz, nel Sud del Paese. Aveva 60 anni.
Néstor Kirchner aveva assunto la presidenza nel 2003 quando, a poco più di un anno dalla tremenda crisi economica, sociale e politica, il Paese era giunto al limite del collasso. Kirchner successe al presidente ad interim Eduardo Duhalde, quando questi decise di rinunciare al mandato in forma anticipata e convocò le elezioni nel maggio del 2003. Kirchner ne risultò vincitore al secondo turno, quando il suo rivale, Carlos Menem, presidente durante due mandati negli anni ‘90, rinunciò a partecipare al ballotaggio. Néstor Kirchner completò il suo mandato nel 2007, con un’alta percentuale di consensi, e lo rimpiazzò sua moglie, Cristina.
Durante la sua gestione, Kirchner prese la decisione di rinnovare la Suprema Corte di Giustizia, da tempo governata da una maggioranza di giudici addomesticata dal potere politico, e simbolo della corruzione che durante il governo di Carlos Menem aveva raggiunto livelli inediti in Argentina. Nel 2006 prese la difficile decisione di liquidare il debito argentino con il Fondo Monetario, e ciò per evitare gli asfissianti controlli e le pressioni sulla gestione economica del Paese provenienti dall’organismo internazionale. Fu durante la sua gestione che ripresero vigore i processi nei confronti dei repressori dell’ultima dittatura militare (1976-1983) e vennero annullati gli indulti promulgati a suo tempo. La questione dei diritti umani riprese slancio in Argentina.
Non furono anni facili, quelli della sua presidenza, anche se fu in quel periodo che l’Argentina intraprese la strada di un recupero economico notevole, con una sostanziale riduzione della povertà che aveva raggiunto più della metà della popolazione dopo la crisi del 2001.
Kirchner lascia sul piano politico alleati e amici, ma anche tanti nemici fuori e dentro il suo partito politico, quello “giustizialista”, nato da Juan Domingo Perón. Il suo carattere difficile ed irascibile, la sua tendenza alla conflittualità permanente, in questi ultimi anni avevano motivato decisioni controverse e polemiche in molte materie. Particolarmente intenso il suo scontro con il gruppo mediatico “Clarín”, conflitto che negli ultimi mesi aveva registrato un picco, con aspre critiche alla stampa da parte sua e di sua moglie, la presidente, e controrisposte sulle prime pagine del giornale e dei differenti media di questo gruppo. Molte le critiche nei confronti di vari collaboratori e ministri durante la sua e l’attuale presidenza, con denuncie di corruzione nei confronti di numerose figure dell’esecutivo.