Il ruolo della Corea per tutta l’Asia
Conferenza stampa di Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, al termine della tappa coreana, la prima di un lungo viaggio in Oriente. A Seul ha incontrato deputati e vescovi, oltre al nucleo più impegnato della comunità dei Focolari.
Alla presenza di otto testate dei media coreani, laici e cattolici, si è tenuta a Mokcheon una breve conferenza stampa, al termine del viaggio in Corea della dirigenza del Movimento dei focolari, introdotta da mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo della diocesi locale. «Apprezzo tantissimo il lavoro dei giornalisti per la loro capacità di moltiplicare il bene», saluta Maria Voce.
Lee Yeonsook, direttore del settimanale Pace, vuol conoscere lo scopo del movimento. «L’unità a tutti i livelli, che si costruisce nell’amore reciproco, in una vera “arte di amare” –, dice Maria Voce –. Anche l’amore al nemico. Tutti sono implicati in questa grande azione d’amore, dai vescovi ai bambini».
Lim Yangmi, del Settimanale cattolico, vuol sapere qualcosa sull’atteggiamento del focolare rispetto alla conflittualità che esiste anche nella società coreana. «Siamo convinti che se la cultura dell’amore si diffonde, ciò possa contribuire anche a portare un aiuto alla società coreana. C’è un seme di questa vita che comincia a germogliare, e pensiamo che possa diventare un albero, un ponte tra le contrapposizioni». Viene chiesto qualcosa anche sul Movimento politico per l’unità: «Ho conosciuto dei politici coreani, al Parlamento, che ne fanno parte. Ho sentito come siano impegnati ad ascoltarsi, nonostante le diversità di opinioni, a capire le ragioni gli uni degli altri, e ad accettare i contributi positivi, anche se vengono dalla fazione opposta. Anche il popolo può fare la sua parte nel sostenere simili tentativi di comprensione. Insieme si può fare qualcosa di buono per il Paese».
Dalla Città Nuova coreana, Cumul, viene chiesto come Maria Voce abbia iniziato la sua presidenza. «Sin dal primo momento della mia elezione, assolutamente inaspettata, ho sentito che avevo una grande eredità da raccogliere da Chiara: Gesù in mezzo, che lei esplicitamente ci aveva lasciato come suo testamento. Nella prima intervista, ho detto che avrei privilegiato una presidenza fatta soprattutto di rapporti. È quanto ho cercato di fare, e mi sembra che l’esperienza sia stata positiva, non solo per me, perché ci siamo sentiti tutti protagonisti, tutti insieme responsabili di quest’opera, tutti in un certo modo “presidenti insieme”».
Nam Eunwoo della Kbs, televisione nazionale: «Come ha visto i Focolari in Corea, nella società coreana e nella Chiesa locale?». «È la prima volta che vengo in Corea – risponde Maria Voce –, di cui sapevo qualcosa attraverso contatti e letture. Qui ho trovato un movimento maturo, di una maturità che vuol dire serietà, dignità, capacità di inventiva, talenti artistici, talenti politici e tanta capacità di costruire legami. Già questo è di per sé un contributo alla vita sociale del Paese. Tuttavia, incontrandomi quest’oggi con questa famiglia così numerosa, mi veniva da sfidarla: proprio perché così ricca e piena di valori, essa dovrebbe aprirsi e guardare a tutta la società, a coloro che possono riceverne un beneficio. Ma non solo: i coreani possono dare non poco anche alle altre nazioni dell’Asia, continente a cui il mondo guarda con sempre maggiore interesse. È una nazione “sana”, che può contribuire alla crescita di tutto il continente. Quanto ai rapporti con la Chiesa locale, è significativa la presenza a questa conferenza stampa di mons. Lazzaro You Heung-sik. E anche altri vescovi apprezzano la presenza del movimento. Anche esponenti di Chiese protestanti mi hanno trasmesso la loro gratitudine a questo proposito. Desideriamo quindi che l’apporto offerto sia sempre più utile per la crescita del Paese».
Domanda anche sul contributo dei laici all’evangelizzazione dell’Asia, di cui proprio qui in Corea parlarono sia Chiara Lubich che Giovanni Paolo II. Tra l’altro, dal 31 agosto al 5 settembre 2010, è previsto un grande incontro dei laici asiatici. «Effettivamente siamo stati interpellati dal Pontificio consiglio per i laici, che ha chiesto una nostra partecipazione al convegno e il nostro pensiero su alcune questioni che verranno lì discusse. La nostra esperienza è che il ruolo dei laici è soprattutto di testimonianza, sempre più indispensabile in un mondo che tende ad allontanarsi dalle istituzioni e che sembra esigere una presenza evangelica attiva nei posti dove esso vive. Costatiamo come in varie situazioni la Chiesa ufficiale non possa entrare, mentre i laici sì. Sentiamo quanto ciò sia importante, ad esempio, nella politica, nell’economia, nella cultura. L’esperienza ci conferma che questo contributo ha efficacia se è collettivo, se viene portato avanti da più laici insieme, naturalmente non solo dei Focolari, ma anche di diversi movimenti assieme».
Si è parlato inoltre del dialogo ecumenico, anche per l’imminenza della “Settimana dell’unità dei cristiani”. «Gesù ha detto: “Che tutti siamo uno affinché il mondo creda”. Quindi finché i cristiani non saranno uniti – ha affermato la presidente dei Focolari – non possiamo meravigliarci se c’è gente che non crede! Dobbiamo tendere con tutte le nostre forze a realizzare il comandamento dell’unità, perché il mondo possa credere. Questo è il primo elemento da tenere presente per l’evangelizzazione: non si dovrebbe annunciare Cristo essendo divisi. Naturalmente lo si fa, ma senza raccogliere l’effetto desiderato. Per questo lavoriamo e soffriamo per l’unità che manca».