Il romanzo di una vita

La bellezza è presente anche tra le rughe. Lo vediamo in una mostra fotografica dedicata agli anziani presso la Fondazione Alberto Colonnetti, a Torino, dal 18 al 26 marzo.  
Il romanzo di una vita

Ci stiamo avviando, anzi lo siamo tutt’ora, in quella che l’Economist ha definito “l’età dei nonni”. Soprattutto nel mondo occidentale le nascite si fanno sempre più scarse mentre, come dice Umberto Galimberti, «la medicina non allunga la vita, ma la vecchiaia». Ci si muove meno in passeggino, di più con il bastone. Di meno con la baby sitter, di più con la badante. In Italia, secondo i dati Istat, l’indice di vecchiaia è in continua crescita e le stime al gennaio 2021 contavano 182,6 anziani ogni cento giovani. Il trend continua a essere quello, in ascesa.

Sebbene Paesi asiatici, africani o anche sudamericani abbiano un tasso di natalità decisamente più elevato del vecchio mondo, le previsioni portano a raffigurare un 2050 in cui gli anziani saranno il 22% della popolazione mondiale. Questi dati sono in pieno contrasto con l’odierna tendenza – sostenuta da cultura, economia e pubblicità – che esalta il mito della gioventù. Alcuni anziani, succubi di questo mito, guardano con smarrimento e repulsione ai segni di degrado che gli anni lasciano sul loro corpo. E cercano di nasconderli, con i vari mezzi che oggi sono a disposizione. Sognando inconsciamente di poter essere come l’antica Ebe, dea greca dell’eterna giovinezza. Ma la bellezza non è un’esclusività della gioventù, è solidamente presente anche tra le rughe. Si tratta di una bellezza che parla un linguaggio diverso da quello a si è abituati. Che è riflesso dei movimenti dello spirito che vuole svincolarsi dal tempo. Non tutti lo sanno comprendere questo linguaggio. È necessaria intelligenza e bontà d’animo per poterlo apprezzare. È lo stesso linguaggio della poesia. Nella Bibbia, libro del Levitico, è scritto: «Onora la persona del vecchio». Alcuni preferiscono la traduzione: «Onora la faccia del vecchio». È quello che vuole fare la mostra fotografica di Marjan Moghaddam allestita presso la Fondazione Alberto Colonnetti, a Torino, dal 18 al 26 marzo. Onorare il volto delle persone anziane.

Il romanzo di una vita

Il soggetto della mostra sono infatti persone che hanno vissuto larga parte del ‘900 e si sono affacciate al nuovo millennio con tante esperienze e storie da raccontare. I loro volti tengono viva la memoria della loro vita e quella del secolo passato. I “modelli” fotografati dalla Moghaddam vanno dal più “giovane”, lo scrittore Bruno Gambarotta, che si avvicina agli 84 anni, al “veterano” Bruno Segre, avvocato, giornalista e partigiano, con i suoi 104 anni; da Maria Reggio, centenaria, che qualche anno fa ha scritto un libro di memorie, a Lucia Gambino di 90 anni, a Mario Zangirolami, anch’egli novantenne, nel cui sguardo rivivono le vicende del trasferimento dal Veneto all’Agro Pontino durante la bonifica in era fascista, dell’occupazione nazista, con i tedeschi che vivevano nella sua casa, alla liberazione, con gli americani accampati di fronte al podere. Quelle di Marjan sono fotografie che intendono presentarsi come le copertine di un romanzo stampato.

Il romanzo di una vita

Il romanzo di una vita. È proprio questo è il titolo della mostra. Chiedo a Marjan, iraniana ormai da tempo di casa in Italia, cosa l’ha spinta a fare una scelta così in controtendenza, invece di fotografare giovani fiorenti, scegliere persone avanti negli anni. «È iniziato tutto con una nonna che conosco da circa 15 anni. Una donna forte con il cuore pieno di ricordi. Lì mi si è accesa una lampadina in testa! Fotografare le persone di età avanzata. Volevo avere un punto in comune con chi andavo a fotografare. E ho capito che il punto che ci accomunava era la guerra. Loro hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale, io le guerre del Golfo. Ma la guerra è sempre guerra. E nonostante tutti gli eventi siamo sopravvissuti. Così mentre li fotografavo parlavamo. E parlando ci commuovevamo, ho pianto un bel po’. Loro sono la storia in persona. Storia di resistenza, di sacrificio, di amore e di vita». La mostra Il romanzo di una vita si presenta come un viaggio attraverso gli sguardi, i gesti e le parole di anziani che trasmettono ricordi, emozioni e diventano l’espressione della nostra memoria. Insieme ad ogni foto è riportata una didascalia con un episodio significativo della loro vita che ci tenevano a raccontare. Per trasmettere la memoria. Che gli altri, soprattutto i giovani, potranno così conoscere.

Il romanzo di una vita, Fondazione Alberto Colonnetti, a Torino, dal 18 al 26 marzo.

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