Il ritorno di Roger

Iniziato a Londra il Masters, ultimo atto della stagione agonistica del tennis maschile. Tra i favoriti anche l’amatissimo campione svizzero
Roger Federer

Negli ultimi due anni è stato dato per finito più volte. Lui, l’atleta che per tanto tempo ha dominato il circuito del tennis maschile, il giocatore che ha riscritto il libro dei record di questa disciplina, il ragazzo che ha incantato e continua ad incantare con il suo gioco a tratti geniale.Lo avrete capito, stiamo parlando di Roger Federer, il campionissimo svizzero unanimemente considerato tra i più grandi interpreti nella storia di questo sport, se non addirittura il migliore di sempre, capace di deliziare tutti (almeno a sprazzi) con il suo talento cristallino.

 

Domenica, nella partita d’esordio del Masters di Londra – una sorta di campionato del mondo di fine anno a cui partecipano i migliori otto tennisti della stagione – Federer ha sconfitto in tre set il francese Tsonga e sembra avere davvero le carte in regola per cercare di aggiudicarsi questo prestigioso torneo addirittura per la sesta volta in carriera. Certo, Roger ad agosto ha compiuto trent’anni e con l’andare avanti dell’età è stato costretto inevitabilmente a subire una flessione di rendimento, questo è indiscutibile. A metà ottobre, ad esempio, dopo oltre otto anni è uscito dai primi tre giocatori della classifica mondiale e adesso, sempre per la prima volta dal 2003, si avvia a concludere una stagione agonistica senza vittorie nei tornei dello Slam. Ma questo non vuol dire che Federer non possa più vincere qualcosa di importante.

 

L’impressione, infatti, è che troppo spesso ai campioni dello sport non venga concessa una seconda possibilità, obbligati a vincere sempre e comunque. La sensazione è che, per gli sportivi più bravi, siano sufficienti una serie di risultati al di sotto di quelli a cui avevano abituato critica e tifosi per far credere che abbiano imboccato inesorabilmente il viale del tramonto. Ma non sempre è così. A ben vedere, ad esempio, il 2011 di Federer non è stato poi tanto male: ha vinto un torneo a Doha in gennaio, ha conquistato una finale, due semifinali ed un quarto di finale nei quattro tornei del Grande Slam, e nelle ultime due settimane è tornato al successo prima nel torneo di casa, a Basilea, e poi nell’ultimo Master Series della stagione, a Parigi. Senza dimenticare che, almeno per le classifiche, stiamo sempre parlando del numero 4 del mondo!

Tra l’altro, nell’anno in cui Novak Djokovic ha letteralmente sbaragliato il campo,Federer è stato l’unico ad impensierire veramente il tennista serbo. Lo ha fatto al Roland Garros, quando nella partita più bella dell’anno ha vinto lo scontro diretto in semifinale, e lo ha fatto anche agli US Open, quando invece, sempre in semifinale, ha perso (sprecando due match point). Il fatto è che a vedere giocare Roger, che vinca o che perda,non ci si annoia mai. È come essere davanti ad un canestro di Michael Jordan, ad una finta di Messi o ad uno slalom di Alberto Tomba. Nel suo campo, un artista. A cui bastano una pallinaed una racchetta per lasciare senza parole i tantissimi appassionati di questo sport. Federer, infatti, controlla la palla con una tale semplicità da far sembrare facili anche i colpi più difficili. Sul campo a volte sembra quasi divertirsi, ma in fondo è un lottatore, solido mentalmente, concreto ed altamente spettacolare. Insomma, un vero… fenomeno.

 

Oggi Roger è un uomo maturo, è padre di due gemelle di poco più di due anni, ed è consapevole di non poter più dominare il suo sport come riusciva a fare, fino a non molto tempo fa. Ma se il rendimento in campo ed il numero di vittorie non è più quello di una volta il suo prestigio non accenna a diminuire. In un recente sondaggio condotto in 25 Paesi su un campione di oltre 50.000 persone dalla ReputationInstitute di New York, effettuato per valutare la reputazione dei personaggi più in vista del panorama mondiale, Roger si è classificato secondo, preceduto solo dal leader sudafricano Nelson Mandela, e primeggiando in questa particolare classifica su Bill Gates, Steve Jobs, Bono Vox  e persino la Regina Elisabetta II. Il suo stile sempre composto, la sua educazione, la sua estrema disponibilità per iniziative umanitarie, ne fanno oggi uno dei personaggi del mondo dello sport più amati e rispettati.  

Già, negli ultimi due anni Roger è stato dato per finito più volte, ma fortunatamente, almeno per il momento, non ha alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo.

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