Il ritorno del Teatro delle Arti di Roma

Presentato il progetto di maxi riqualificazione dello storico edificio di via Sicilia
Teatro delle Arti di Roma

Piume di piccione, ragnatele, il sipario leggermente strappato, camerini aperti e impolverati. L’eco del rumore dei passi si riflette fra le pareti del Teatro delle Arti di Roma di via Sicilia, inaugurato da Anton Giulio Bragaglia negli anni Trenta. Egli mise in atto un nuovo modo di fare teatro, liberando l’attore dalla schiavitù del testo. L’edificio è chiuso da quindici anni. Ora solo sopralluoghi. Sembra che lo spettacolo sia appena terminato e che le voci si sentano ancora nell’aria. È come rivivere una trasposizione teatrale del film-capolavoro di Giuseppe Tornatore: Nuovo Cinema Paradiso.

Un regista di fama si aggira fra i locali di un cinema lasciato al suo destino dove un tempo era proiezionista. Nel nostro caso, il protagonista è Giorgio Albertazzi che ripensa al caro, vecchio amore della sua vita: Anna Proclemer.

L’attrice, nata a Trento, fece il suo esordio proprio su questo palcoscenico considerato all’avanguardia per la fine degli anni Quaranta. Qui nasce l’idea di un progetto di riqualificazione e creazione d’un grande centro culturale.

Dallo scorso 30 maggio tutto è pronto. In quella data è infatti stato presentato il piano dei lavori in Campidoglio in occasione della celebrazioni per quelli che sarebbero dovuti essere i novant’anni della Proclemer.

A moderare l’incontro è stato Umberto Broccoli, sovraintendente per Roma Capitale. Egli ha affermato che questo è un momento importante per la città. Tanti sono stati i riconoscimenti a personaggi dello spettacolo che , attraverso specifici luoghi, hanno dato lustro alla metropoli.

Basti ricordare la targa commemorativa a Garinei e Giovannini al teatro Sistina oppure il nuovo ponte della musica intitolato ad Armando Trovajoli. La riqualificazione del teatro è un ulteriore passo in avanti per celebrare le personalità del passato.

È importante riportare alla luce una risorsa per il quartiere, famoso in passato per la dolce vita. Raccontano le cronache che era facile incontrare qui Ennio Flaiano, Federico Fellini, Anna Magnani ed i fratelli De Filippo, per citarne alcuni.

Il presidente della Cassa dei Ragionieri Paolo Saltarelli, attuale proprietaria dell’edifico, ha deciso di restituirlo alla collettività dopo aver capito l’importanza del luogo combattendo la burocrazia e finanziandone completamente la ristrutturazione.

Per Albertazzi, direttore artistico della struttura, questa decisione di riqualificare il teatro è una luce nell’oscurità ed una fonte sicura di crescita economica e culturale anche a livello europeo.

La parola d’ordine non è solo teatro, ma multimedialità, cioè confronto con tutti i linguaggi espressivi e le loro contaminazioni, così come affermato da Filippo Francesco Buzzanca, uno dei progettisti.

La missione è creare un’isola della cultura che contenga una corte dei mestieri dello spettacolo in una visione armonica degli spazi interni ed esterni. Ci sarà, inoltre, nello stesso fabbricato, una parte residenziale ed un restauro del commissariato di Polizia Castro Pretorio.

Sarà un luogo aperto, non serioso, ma giocoso, divertente. Teatro inteso anche come agorà, piazza in greco, un atto d’amore e di confronto.

Attendiamo quindi con trepidazione di annunciarne l’apertura nei prossimi anni.

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