Il ritorno a casa di De Rossi: a Roma da allenatore
Una vita alla Roma
Quando si pensa alla Roma calcistica, subito dopo Francesco Totti, c’è lui: Daniele De Rossi. Nato e cresciuto nella Capitale, De Rossi ha dedicato tutta la sua carriera al club giallorosso, l’unico con il quale abbia giocato in Italia. Nato a Roma nel 1983, De Rossi già dalle giovanili inizia ad affascinare la squadra romana. Dopo aver rifiutato una prima chiamata a 9 anni per rimanere con i suoi compagni di squadra di Ostiamare, il giovane Daniele si aggrega al club giallorosso a 16 anni. Lì comincia a mettersi in luce e, grazie ai suoi allenatori, passa dal ruolo di attaccante a quello di centrocampista che lo accompagnerà poi lungo tutta la sua carriera.
Nel 2001, ad appena 18 anni, arriva il debutto in prima squadra con la maglia numero 26 e, dopo aver contribuito al secondo posto in campionato l’anno precedente, nella stagione 2004-2005, a 21 anni, diventa titolare nella squadra e decide di indossare la maglia numero 4. Dalla prima partita in poi, la sua carriera sarà sempre un crescendo: prima protagonista solo alla Roma, poi determinante anche nelle Coppe e in Champions, rigorista principale fino ad arrivare, nel 2017, ad ereditare la fascia di capitano da Francesco Totti.
Dopo due anni di ottimi risultati in oltre 200 presenze da capitano, nel 2019, complici l’arrivo del francese Nzonzi in centrocampo e i numerosi problemi fisici che pregiudicano il suo rendimento, la dirigenza romanista decide di non rinnovare il contratto in scadenza. Il capitano giallorosso disputa la sua ultima partita all’Olimpico il 26 maggio 2019, contro il Parma. Al momento della sostituzione, cede la fascia al compagno di squadra Alessandro Florenzi, che diventerà il nuovo capitano giallorosso per la stagione successiva.
Un cuore azzurro
De Rossi, emblema della bandiera giallorossa, però, non è solo Roma. Tralasciando i sei mesi al Boca Juniors dopo il mancato rinnovo di contratto con la Roma, Daniele De Rossi è stato uno dei protagonisti indiscussi della Nazionale azzurra nei suoi tempi gloriosi.
È il 2004 quando il giovane De Rossi approda in Nazionale e, nella sua partita d’esordio al Renzo Barbera di Palermo, partita valida per le qualificazioni al Mondiale 2006, realizza il suo primo gol in nazionale. Da quel momento, il CT Marcello Lippi non lo lascia più e lo porta con sé fino a quei mondiali che faranno la storia della Nazionale italiana. Perché sì, nonostante un rosso costatogli quattro partite di squalifica, Daniele De Rossi, in quella magica notte tedesca del 9 luglio del 2006, contro la Francia di Zidane c’è stato e da protagonista, con uno dei rigori che ci ha portati sul tetto del Mondo per l’ultima volta. Centrocampista più prolifico nella storia della nazionale dopo Adolfo Baloncieri, ha indossato anche la fascia di capitano con oltre 100 presenze in Nazionale, dalla quale si ritira nel 2018.
Una nuova avventura in panchina
Conclusa la carriera da calciatore nel 2020 con la maglia del Boca Juniors, De Rossi afferma di voler dedicare il resto della sua carriera ad allenare. La sua nuova carriera inizia il 18 marzo 2021 quando entra a far parte dello staff tecnico della nazionale italiana del CT Roberto Mancini. L’avventura inizia nel migliore dei modi perché, oltre a ritrovare dei vecchi compagni negli spogliatoi che tanto gli erano mancati, assiste all’incredibile scia di vittorie azzurre fino alla vittoriosa spedizione del luglio 2021. Ma questo non è abbastanza per il campione del mondo che, il 13 agosto, comunica la sua scelta di lasciare lo staff tecnico della nazionale per allenare in prima persona. In realtà, però, dopo il ritiro dallo staff tecnico, rimarrà ancora per un po’ come membro dello staff e tornerà di nuovo tra i tecnici di Mancini.
Nell’ottobre 2022 viene ufficializzato come nuovo allenatore della SPAL, in Serie B. L’esordio in panchina non è, però, glorioso: il 14 febbraio 2023, dopo 17 panchine in cui, tra campionato e coppa nazionale, ha raccolto solo 3 vittorie, viene sollevato dall’incarico insieme a tutto il suo staff.
Un biglietto da visita non dei migliori come allenatori, soprattutto per la Serie A, ma non importa, evidentemente, alla Roma. Che gli deve tanto e che decide di ripartire, dopo l’esonero di José Mourinho, dal suo passato, dalla sua storia, da uno dei suoi figli prediletti. Un De Rossi che sembrava aspettare altro: si è precipitato a Trigoria non appena arrivata la chiamata e ha accettato un ingaggio fatto scegliere ai proprietari (circa 350mila euro per sei mesi), pur di tornare nella sua amata Roma. Una Roma che ha bisogno di lui come non mai, che lo ha accolto come una leggenda ma che, ora, deve giudicarlo sulla base dei risultati che otterrà, quasi dovendo dimenticare quelli ottenuti. Intanto, buona la prima: il suddetto esordio in panchina, quattro giorni dopo aver accettato il suo nuovo incarico, è stato vincente e si è concluso con un 2-1 contro il Verona.
“Ho solo un unico rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera” aveva detto il centrocampista quando vestiva ancora la maglia capitolina: per la bandiera giallorossa, l’auspicio è che questa seconda sia brillante quanto la prima.
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