Il ritiro a testa bassa di Platini

Si ritira dalla corsa alla presidenza della Fifa, l'ex calciatore francese già presidente della Uefa coinvolto insieme a Blatter in un'indagine su presunte tangenti versate ai due per l'assegnazione dei mondiali di calcio. Ora è tempo di chiarezza
Michel Platini

Michael Platini si ritira dalla corsa alla presidenza della Fifa, principale organizzazione federativa internazionale del calcio, cui compete l’organizzazione delle qualificazioni in tutti i continenti, e ovviamente le fasi finali dei mondiali di calcio. Le elezioni, in programma il prossimo 26 febbraio, che dovranno decretare il successore di Sepp Blatter, non vedranno partecipare l’attuale presidente dell’Uefa, l’organizzazione europea del gioco del calcio (a capo di Champions League ed Europa League).

La decisione arriva per lo scandalo che ha investito l’ex fantasista francese della Juventus anni ’80 assieme allo stesso Blatter. “Le Roi”, questo il soprannome calcistico di Platini, sembra abbia tentato di tutto per far annullare la squalifica a otto anni inflittagli dal Comitato etico della Fifa per aver ricevuto due milioni di franchi svizzeri nel 2011 dallo stesso presidente della federazione internazionale, Sepp Blatter, anche lui squalificato. L’imminente data delle elezioni e le ombre sulla sua condotta rendono improponibile la candidatura.

In un’intervista ai colleghi francesi dell’Equipe, Platini annuncia: “Non mi presenterò più per la presidenza della Fifa. Ritiro la mia candidatura. Non posso più farlo, non ho il tempo né i mezzi per vedere gli elettori, incontrare le persone e battermi con gli altri candidati. Mi ritiro e scelgo di dedicarmi alla mia difesa contro un rapporto in cui si parla di corruzione, falsificazione e altro”. Appaiono lontanissimi i tempi di un’altra perentoria dichiarazione, riportata dall’Ansa, lo scorso ottobre: “Niente mi farà rinunciare, respingo tutte le accuse che mi sono state fatte e che si basano su semplici apparenze giuridiche di una imprecisione stupefacente. Niente mi farà rinunciare al mio impegno di servire gli interessi generali del calcio”.

Qualora avesse avuto possibilità di partecipare alle elezioni, Platini si sarebbe presentato quale favorito ma, stando così le cose, la UEFA conferma la candidatura del segretario generale, l’avvocato svizzero Gianni Infantino, acclamato anche su Twitter da tutti gli sportivi. Resta sull’intero mondo del calcio la nube oscura della corruzione che lo ha infangato e lo stesso Platini non ha fatto mistero di avere ricevuto i 2 milioni, “compenso concordato” per le prestazioni di consulente per la FIFA svolte tra il 1998 ed il 2002.

In attesa della conclusione delle indagini, è bene ricordare come siano stati i tempi d’azione del francese a insospettire gli inquirenti: il bonifico è arrivato sul conto di Platini ben nove anni dopo le prestazioni pattuite solo a voce, dato che non vi sono tracce di fatture o contratti. Altro sospetto  da sciogliere è la coincidenza della data di un bonifico, effettuato due mesi dopo che il Qatar si era visto assegnare sorprendentemente l’organizzazione dei mondiali 2022, durante una contestatissima seduta dell’esecutivo Fifa del 2 dicembre 2010, finita nel mirino sia dell'Fbi che degli investigatori svizzeri.

Per dovere di cronaca, è bene ricordare che, mentre buon senso e ragioni di clima (i mondali si giocheranno clamorosamente sotto Natale in Qatar) rendessero gli Stati Uniti il candidato preferibile, Blatter si era dichiarato favorevole al Qatar, contando sull’appoggio di Platini e di tutti i voti dei membri Uefa, risultati decisivi per l’assegnazione. “La tempistica del pagamento è solo una coincidenza”, si è già difeso “Le Roi”, che dopo la rinuncia avrà la possibilità di chiarire una gigantesca faccenda che attornia il pallone di tonalità tutt’altro che serene.

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