Il rischio di essere albino in Malawi

Attraverso il secondo dei 7 Paesi africani che visiterò durante il pellegrinaggio "AlimentiAMO la speranza". Arrivo a Karonga, nel Malawi settentrionale, e penso di essere l’unico straniero tra centinaia di persone, finché l’incontro con un ragazzo inglese albino mi sbalordisce
albino Malawi
Foto Pexels

Varcato il confine, saluto la Tanzania e con essa il calore umano e la cordialità dei suoi abitanti e mi inoltro in Malawi. Oramai la lancetta dei chilometri affrontati e superati si trova a ridosso di quota mille. Mi sembra ieri il giorno in cui questo pellegrinaggio di carità nel nome di Maria ha preso avvio. E invece sono già trascorsi quasi due mesi. Un lasso di tempo colmo di incontri ed emozioni. Le mie gambe non potrebbero stare meglio e il morale è al top.

Entro in terra malawiana accolto da una pioggia battente. Sarà però solo un fuoco di paglia. Anche in Malawi la calura picchia e, non poche volte, è come se ti martellasse la testa. Arrivo a Karonga, città la cui popolazione è di poco superiore ai 40mila abitanti. Giungo in questa cittadina in un giorno di mercato. Le persone sono moltissime. Veramente una moltitudine. Mi guardo in giro e mi sento osservato. Tanto. Il motivo è presto detto. Sono l’unica persona di etnia non nera. L’unica tra centinaia e centinaia. E ovviamente non può mancare quel termine con il quale ormai ho preso familiarità: Muzungu, bianco. Mentre cammino, le mie orecchie percepiscono con nitidezza questa parola diverse volte.

All’improvviso un evento totalmente inaspettato. Scorgo in lontananza un uomo bianco che mi saluta. Ricambio il gesto e mi avvicino a lui. Ci presentiamo. Si chiama Jacob, è inglese, ha 33 anni e si trova a Karonga per ragioni di cuore. Sposerà la sua Tracy, malawiana doc e incinta di tre mesi, fra due settimane. Si sono conosciuti l’anno scorso ed è subito scattata la scintilla. Jacob ha una particolarità: è albino.

Iniziamo una piacevole chiacchierata ma a un certo punto rimango sbigottito da ciò che mi dice. Le persone, come lui, affette da albinismo, in Malawi rischiano la vita. Vengono sequestrate e brutalmente assassinate in quanto le parti del loro corpo sono considerate dotate di poteri magici e portatrici di benefici da parte di stregoni. Addirittura ci sarebbero individui che vendono i propri figli perché nati con questa anomalia genetica. Jacob è teso e non poco. Anche perché la sua intenzione è proprio quella di trasferirsi da Nottingham a Karonga. Pur cercando di rincuorarlo, la sua preoccupazione è palpabile. In cuor mio regna l’incredulità. Scambio ancora qualche parola con lui e poi ci salutiamo.

In serata approfondisco la questione. Jacob è stato sincero e in me ha trovato una persona con la quale ha voluto confidarsi. Non ce la faceva più a tenersi dentro una questione che lo tormenta. Le sue affermazioni sono purtroppo fondate, ma soprattutto trovano conferma negli eventi terribili accaduti in Malawi negli ultimi anni. I numeri lasciano esterrefatti: da novembre 2014 si è verificata un’ondata senza precedenti di assassinii ai danni di persone affette da albinismo (un’anomalia congenita che impedisce al corpo di produrre una sufficiente dose di melanina che è la sostanza che permette ai capelli di assumere il loro colore e alla pelle di proteggersi dal sole).

In poco più di 8 anni, fonti attendibili parlano di almeno 21 omicidi il cui obiettivo sono state persone albine. Quasi 3 uccisioni all’anno. Una ogni 4 mesi. Una problematica che lascia costernati. E che dalla costernazione si tramuta in orrore se si pensa che a dicembre 2017 si sono perse le tracce di Jean, una bambina di due anni. Gli inquirenti hanno affermato che il padre l’avrebbe venduta a un medico che esegue riti propiziatori nel confinante Mozambico, Paese in cui purtroppo risulta florido il  commercio transfrontaliero di organi umani. Orrore senza fine che assume i contorni della bestialità se si pensa che ad agosto 2021 a un ragazzo di vent’anni è stata brutalmente tolta la vita. Il motivo? L’essere albino.

In Malawi vivono circa 10mila persone che soffrono a causa di questa anomalia del proprio corpo. Tutte loro rischiano di essere perseguitate e uccise da chi crede di potersi arricchire grazie alla vendita di parti dei loro corpi. Qualcosa di raccapricciante, abominevole, orripilante che sfocia nel demoniaco quando a essere implicati in terrificanti fatti di cronaca sono gli stessi familiari di persone albine. E quindi, purtroppo, i timori di Jacob tutto sono fuorché infondati.

L’iniziativa AlimentiAMO la speranza mira a raccogliere 340mila euro per finanziare 8 progetti benefici in Africa in favore di bambini orfani e abbandonati, disabili, donne vittima di violenza ed ex detenuti. Per chi volesse sostenere economicamente l’iniziativa è possibile farlo attraverso il sito www.tucum.net andando sull’iniziativa AlimentiAMO la SPERANZA: Leandro for Africa, dall’app Tucum o tramite bonifico bancario

IBAN: IT14E0306904013100000061098
Causale: Donazione per Alimentiamo la Speranza
Intestazione: Tucum-OdV.

__

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it
_

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons