Il ricordo, il trionfo, il sogno: Liverpool vola insieme al suo capitano

A 25 anni dalla strage di Hillsborough, i Reds battono il City e si avvicinano a un titolo che manca dal 1990. Il pomeriggio speciale di Steven Gerrard
Premier league

Liverpool è la città della musica. Quei quattro, i quattro, l’hanno resa celebre in tutto il mondo. Non ci fossero stati i Beatles, però, di Liverpool si ricorderebbe soprattutto la squadra di calcio. Quella – e non ce ne vogliano tifosi o simpatizzanti dell’Everton – in maglia rossa. Sì, perché qui, lungo l’estuario del fiume Mersey, si vive di calcio. E, purtroppo, di calcio si muore anche: lo sanno, meglio di chiunque altro, parenti e amici dei 96 tifosi Reds rimasti vittime della tragedia di Hillsborough. Il 15 aprile 1989 e lo stadio di Sheffield (sede della semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest) hanno infatti segnato il prima e il dopo del pallone inglese. Prima c’erano il dominio degli hooligans – causa di un’altra strage, quella dell’Heysel – e misure di sicurezza troppo blande; dopo, ovvero adesso, c’è un football all’avanguardia in ogni suo aspetto, dentro e fuori dal campo.

Ogni anno, da quel tragico 15 aprile, nella leggendaria curva Kop dell’altrettanto leggendario Anfield si ricordano le vittime di Hillsborough, mentre l’orologio dello stadio segna da 25 anni le 15.06, ora in cui venne interrotto il match con il Forest. Il caso ha voluto che ieri, a due giorni dal 25esimo anniversario della strage, il calendario di Premier abbia messo di fronte – ad Anfield – Liverpool e Manchester City, ovvero prima contro terza (ma con due partite in meno) del massimo campionato inglese. I Reds – piccolo particolare – non vincono il titolo dal 1990, ovvero un anno dopo i fatti di Hillsborough: sarà stata la speciale ricorrenza, o la voglia di porre fine a un’astinenza poco consona a un club di tale blasone, ma gli uomini guidati dal nordirlandese Brendan Rodgers hanno conquistato i tre punti forse più importanti dell’intera stagione, al termine – va detto – di un match spettacolare, vero e proprio spot del campionato più bello del mondo.

La stagione è ancora lunga, con i Reds a +2 sul Chelsea e a +7 (ma potenzialmente +1) sui citizens. Eppure, mai come stavolta, Liverpool sogna di tornare sul tetto d’Inghilterra, a 24 anni di distanza dall’ultimo trionfo. E ci crede soprattutto Steven Gerrard, uno dei più forti centrocampisti di sempre, nato e cresciuto nel Merseyside, da sempre tifoso Reds. Da 16 anni in prima squadra, il 33enne faro del Liverpool (664 presenze, 173 gol) e della nazionale inglese (109 presenze, 21 reti) si è tolto tante soddisfazioni, ma mai quella di trionfare in Premier league. Le lacrime di ieri al fischio finale significano tutto questo, e anche qualcosa in più: 25 anni fa, a Hillsborough, la vittima più giovane della strage fu suo cugino Jon-Paul. Aveva 10 anni. Steven gli dedicherà la sua autobiografia, scritta nel 2006, nella quale dirà: «Vedere la reazione della sua famiglia mi ha spinto a diventare il giocatore che sono oggi». Facile immaginare il suo primo pensiero in caso di trionfo in Premier league. Senza nulla togliere a Chelsea e City, sarebbe il giusto premio a un grande campione e a uno storico club. Good luck, Stevie.

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