Il re è tornato

Si è conclusa ieri a Valkenburg (Olanda) l’85° edizione dei Campionati del mondo di ciclismo su strada. Tra i professionisti la vittoria è andata al belga Philippe Gilbert, davanti al norvegese Edvald Boasson Hagen e allo spagnolo Alejandro Valverde
Philippe Gilbert - ciclismo

Ride bene chi ride ultimo e Philippe Gilbert lo sa. Lo ha voluto ribadire ieri sulla linea d’arrivo del campionato del mondo di ciclismo corso ieri a Valkenburg, cittadina olandese di diciassettemila abitanti, situata a una dozzina di chilometri da Maastricht, la città del famoso trattato.

“Re” Philippe è tornato, reduce da una crociata condotta alla ricerca del colpo di pedale vincente dopo aver sbaragliato nel 2011 campo e avversari. Perché non è da tutti vincere in una sola settimana tre classiche monumento come Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Tutti gli abitanti del suo feudo avevano prospettato per lui un 2012 ricco di folgoranti successi, da cannibale, stile Eddy Merckx. Invece il destino ha riservato al buon Philippe una stagione avara di vittorie e ricca di critiche formato stampa, complice anche quel feeling con la bici tutto da ritrovare con l’arrivo di un nuovo sponsor tecnico. Sì, perché la bici sta al ciclista come la spada al re.

Ieri a Valkenburg, “re” Philippe è tornato ad essere padrone salendo sul gradino più alto del podio in un campionato del mondo. Suo il trono del regno del ciclismo. Ad applaudirlo c’era il popolo dei tifosi accorsi numerosi dal vicino Belgio. La maglia iridata, trofeo di guerra ambito, sognato e qualche volta sfiorato è diventata editto: la legge secondo Gilbert, a coronamento di una carriera che a trent’anni suonati si pronostica  ancora ricca di successi.

Il Cauberg, salita di un chilometro situata a meno di tre chilometri dal traguardo, Gilbert lo conosceva come le sue tasche. Lì in cima aveva già vinto una delle sue battaglie, l’Amstel Gold Race 2011, ma il campionato del mondo non è l’Amstel e così dalla vetta, millesettecento erano i metri da coprire per arrivare al traguardo.

Ieri, l’Italia schierata con Moreno Moser e Luca Paolini, si è fatta trovare pronta all’imbocco dell’ultimo passaggio sul Cauberg, tutta rivolta a quel Vincenzo Nibali alla vigilia tanto atteso. Alla prima stoccata del corridore di casa nostra, in tanti hanno vacillato, compreso il capitano belga in seconda Tom Boonen, favorito numero uno per la vittoria allo sprint. Sono bastati pochi metri a Gilbert per affondare il colpo e stabilire il proprio dominio sulla corsa: uno scatto secco, un fendente imparabile e il dolore nelle gambe degli avversari. Nessuno ha saputo più riprenderlo Philippe, nemmeno Edvald Boasson Hagen, nemmeno Alejandro Valverde, che per la quarta volta è salito sul un podio mondiale.
“Re” Philippe è tornato, ma forse non era mai partito. Ai campioni come ai re si sa, mai sconfitta è perdonata.
 
 
 
  

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