Il raggio di sole più bello
Una notte di gennaio il Sole si coricò molto stanco. Non era più quel giovanotto degli albori della creazione, le sue forze venivano a mancare. Si sentiva sempre più debole e quando quella notte si mise nel suo letto di nuvole, esausto, si addormentò subito profondamente tanto da non sentire il tintinnio delle stelle che lo invitarono ad alzarsi come ogni mattina. Allora l’Orsa Maggiore avvertì subito la Luna di quel contrattempo. La madre delle stelle intonò una canzone per svegliare il Sole, ma nemmeno il canto lunare fece alzare l’Astro Re dal suo letto di nuvole. Bisognava fare qualcosa! Allora la Luna chiese a Venere di supplicare Mercurio di intervenire, poiché lui era il pianeta più vicino al Sole. Mercurio non si fece attendere e, aiutato da un battaglione di tuoni, interruppe il sonno dell’Astro Re con un fracasso assordante. «Chi è? Che succede? Come mai?», farfugliò il Sole con grosso spavento nel cadere dal suo letto celestiale. Come risposta sentì la risata benevola dell’intero Universo. Capì subito di essere in ritardo e gli dispiacque molto aver mancato al suo dovere. Pensò poi che, prima di sorgere, doveva ancora lavarsi, profumarsi, pettinare ognuno dei suoi raggi… non appariva mai in cielo senza abbellirsi! Ma adesso gli pesava perdere altro tempo e privare la terra della luce che le doveva proprio nei giorni più corti e freddi dell’anno. Alla fine decise di farsi bello prima di sorgere ma di ripagare generosamente la terra per quei minuti di luce rubati a quella giornata di gennaio. Fu così che, mentre spuntava maestoso, il Sole rinunciò per sempre al suo raggio più bello. Decise di regalare quel raggio, quello che più amava perché era il più risplendente e luminoso, il più caldo e generoso, temuto addirittura dalla Nera Burrasca… per farlo brillare dentro il cuore di una bella bimba che doveva nascere proprio quel giorno. La famiglia, i parenti, gli amici, tutti si rallegrarono vedendo la piccina, senza sapere ancora che la femminuccia custodiva dentro di sé un tesoro: il raggio di sole più bello. Non poteva che chiamarsi Chiara.