Il quadro per i mondiali è completo

Facciamo il punto sulle qualificazioni al Campionato del prossimo anno in Brasile. Anche la Nazionale italiana si è piazzata, ma non tra le otto teste di serie. Il gioco dei ragazzi di Prandelli resta "offensivo", ma serve migliorare in difesa
la Nazionale

Argentina, Australia, Belgio, Bosnia, Brasile, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Ecuador, Germania, Giappone, Honduras, Inghilterra, Iran, Italia, Olanda, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera. Sono i 21 Paesi già qualificati (il Brasile lo è di diritto in quanto nazione ospitante) alla fase finale dei Mondiali di calcio, in programma dal 12 giugno al 13 luglio 2014.

All’appello mancano le cinque rappresentanti africane, che stanno disputando i playoff continentali (dopo le gare d’andata, si può dire che Costa d’Avorio, Ghana e Nigeria abbiano già un piede e mezzo in Brasile, mentre sono più equilibrate le sfide tra Burkina Faso e Algeria e fra Tunisia e Camerun), le quattro Nazionali europee che si aggiudicheranno gli scontri riguardanti le otto migliori seconde dei gironi di qualificazione (lunedì è in programma il sorteggio: c’è la possibilità di una supersfida Francia-Portogallo, che fu semifinale ai Mondiali 2006) e le vincitrici degli spareggi intercontinentali Uruguay-Giordania e Messico-Nuova Zelanda.

Tra le nazioni già qualificate spicca su tutti il nome della Bosnia, alla prima storica partecipazione alla fase finale della Coppa del Mondo, così come quelli di Belgio, Colombia e Russia, che mancavano da tempo (dal 2002 le due selezioni europee, dal ’98 quella sudamericana) e che, soprattutto, arriveranno in Brasile col ruolo di outsider di lusso. Da segnalare che, oltre al ct della nostra Nazionale, Cesare Prandelli, altri due tecnici di casa nostra hanno ottenuto la qualificazione alla manifestazione del prossimo anno: si tratta del “russo” Fabio Capello e del “giapponese” Alberto Zaccheroni.

Quanto all’Italia, ricordando che il pass era già arrivato il mese scorso, con due partite ancora da disputare (fatto mai successo in passato), c’è grande amaro in bocca per il doppio pareggio (con Danimarca e – soprattutto – Armenia) che molto probabilmente ci impedirà di far parte delle otto teste di serie nel sorteggio della fase finale in programma il 6 dicembre in Salvador. Nell’attuale ranking Fifa, infatti, ci troviamo al settimo posto in coabitazione con l’Olanda, davanti al Brasile (testa di serie di diritto in quanto Paese ospitante) ma dietro all’Uruguay, che, battendo la Giordania in uno dei due spareggi internazionali (ed è molto difficile immaginare che non succeda) intascherebbe non solo la qualificazione, ma anche la certezza di una prima fase un po’ più abbordabile. In caso contrario, a decidere chi tra azzurri e orange si aggiudicherà l’ultimo posto utile saranno i millesimi di punto del ranking, attualmente non resi noti dalla Fifa.

Più che le ultime due “X” nelle gare di qualificazione, però, a pesare sul più che probabile inserimento dell’Italia in seconda fascia sono state le sole quattro vittorie ottenute nelle 17 amichevoli ufficiali disputate dall’agosto 2010 ad oggi (non tutte contro avversari monstre: vedasi il 2-2 con Haiti di qualche mese fa). Certo, fa un po’ specie vedere i vicecampioni d’Europa in carica, terzi nell’ultima Confederations Cup e trionfatori della penultima Coppa del Mondo, finire dietro a Nazionali come Belgio e Colombia (in forte ascesa sì, ma la cui consistenza in gare di altissimo livello è ancora tutta da verificare), ma tant’è.

Resta la buona impressione, falle difensive a parte, destata dai ragazzi di Prandelli, il cui gioco continua ad essere spiccatamente offensivo. Una rivoluzione non da poco, nella patria del cosiddetto “catenaccio”, che senza dubbio porterà l’Italia a recitare un ruolo da protagonista in Brasile. Sperando che l’urna del Salvador non sia così malevola.

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