Il profeta della nostra paura
Edgar Allan Poe, un grande autore del romanzo gotico, sempre in bilico tra esaltazione e sfruttamento commerciale
Il capostipite di tutti i maghi del brivido, il papà dei narratori e dei registi del terrore, il profeta del dark e dell’horror in tutte le sue versioni, il mitico Edgar Allan Poe compie quest’anno due secoli.
Nato nella colta e aristocratica Boston nel 1809 da due attori (succhiò il dramma e la finzione con il latte materno!), ma rimasto presto orfano, fu allevato da un commerciante di Richmond. Col padre adottivo Edgar avrebbe avuto sempre un rapporto difficile, di odio-amore, e il clima familiare segnò profondamente il suo carattere: da un lato irrequieto, ribelle, trasgressivo, dall’altro portato a rifugiarsi nell’immaginazione e in una passione morbosa per poesia e musica.
La società borghese perbenista del primo Ottocento gli andava stretta. Espulso dall’Accademia di Richmond, viaggiò in Inghilterra e negli Stati Uniti, approfondendo gli studi letterari, artistici e scientifici e cominciando a scrivere poesie, racconti e saggi critici. Frequentò perfino l’Accademia militare di West Point (!), ma dopo un po’ fece di tutto per farsene cacciare, e la letteratura, la poesia e il giornalismo culturale diventarono il suo mestiere e la sua vita.
In questi mesi Poe viene ricordato in Europa e specialmente in America, dov’è consacrato fra i grandi classici. Da Boston a New York, da Richmond (dove gli è dedicato un museo) a Philadelphia, fervono iniziative, incontri, convegni, conferenze, presentazioni di inediti e di nuovi studi sull’autore delle Avventure di Gordon Pym, dei Racconti del mistero e del raziocinio e dei Racconti del terrore.
È auspicabile che tutto questo interesse ed entusiasmo, indotto dal bicentenario, non rappresenti solo una celebrazione rituale, ma porti a un vero approfondimento critico sull’opera e la poetica di Poe.
In effetti parliamo di un autore indiscutibilmente grande, geniale, innovatore. Ma talmente celebre e fortunato che il suo stesso enorme successo, ininterrotto da decenni, lo ha fatto diventare lo scrittore più mitizzato, volgarizzato, imitato e quindi pure misconosciuto della letteratura universale.
Con il nome di Poe a volte si tenta di nobilitare (e di vendere) prodotti cinematografici, televisivi o pseudoletterari lontani anni luce dalla statura e dall’originalità del maestro americano. Come il suo ben più modesto epigono Stephen King, Poe rischia di subire l’inflazione, e di essere scambiato tout court per un classico del thriller o dell’horror, niente di meno e niente di più.
E sarebbe delittuoso di fronte a un’opera che ha saputo rinnovare il romanzo gotico, superare il romanticismo, esplorare audacemente le tenebre dell’animo umano e anticipare lo scenario spirituale del Novecento (secolo di angoscia e di terrore per eccellenza) e della cultura postpsicanalitica.