Il processo ai marò si sposta a New Delhi
Praticamente ad un anno di distanza dai fatti accaduti nel febbraio 2012 al largo delle coste indiane, qualcosa comincia a muoversi nel caso giudiziario a carico dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La Corte Suprema indiana, infatti, ha deciso che lo stato del Kerala non ha l’autorità per trattare la questione, che passa, dunque, sotto la competenza di un tribunale speciale che verrà costituito nei prossimi giorni e che avrà sede a New Delhi, nella capitale indiana. La Corte suprema indiana ha precisato che, al momento del fatto in questione – la morte per colpi di arma da fuco di due pescatori indiani di cui sono accusato i militari italiani – i due marò non godevano dell'immunità, perché in servizio come guardie di sicurezza sull'Enrica Lexie.
Si tratta, quindi, secondo l’ordinamento amministrativo e giuridico dell’India, di una questione di competenza federale – dunque del Governo di Delhi – e non di uno stato, come quello del Kerala, dove vivevano i due pescatori e dove i due accusati avevano vissuto fino ad oggi agli arresti domiciliari, dopo un periodo nelle carceri locali. Il verdetto era atteso da mesi e si sperava arrivasse dopo il rientro dall’Italia dei due marò che avevano avuto la concessione di trascorrere le feste natalizie con le loro famiglie dietro versamento di una cauzione più che cospicua. Il processo sulla giurisdizione si era concluso nel settembre 2012, e il verdetto del tribunale era decisivo per tutti gli altri procedimenti a carico dei due marò. Harish Salve, legale dei due marò, si è detto "soddisfatto" per l'esclusione del governo del Kerala dal caso.
Le autorità della capitale passeranno ora alla formazione della corte che si occuperà di decidere se il processo dovrà avvenire in India, come hanno sempre sostenuto le autorità del Kerala o in Italia, come è invece parere dei nostri diplomatici che sostengono che l’incidente è avvenuto in acque internazionali.
I due marines, dopo un anno lasceranno il Kerala e saranno ospitati nel complesso dell’Ambasciata d’Italia nella zona diplomatica di Chanakyapuri, dove avranno l’obbligo di presentarsi al locale commissariato di polizia una volta alla settimana.
Legali e rappresentanti diplomatici hanno mostrato soddisfazione per la decisione della Corte Suprema. E’ bene, tuttavia, essere realisti e sapere che la strada per la soluzione del caso potrebbe essere ancora lunga. A questo punto, comunque, è, senza dubbio positivo il fatto che il caso non sia più seguito nello stato del sud India dove, spesso, aveva suscitato reazioni emotive con conseguenze ovvie anche sulle autorità politiche e giudiziarie.