Il potere e la grandezza: G8 o P8
La siglia 8, proprio perché sigla, li mimetizza un po’. Ma quando alla radio o alla tv li sento chiamare i grandi della Terra, mi prende un irrefrenabile moto di ribellione. Perché chiamarli grandi? Il fatto di essere a capo di potenze economiche e militari li rende automaticamente grandi? È questa la vera grandezza? La storia ha concesso l’attributo di grande a pochi uomini, a cominciare da Alessandro Magno, e ad ancor meno donne. Una grandezza, la loro, non univoca, che indica di volta in volta il genio militare, politico, organizzativo (Gneo Pompeo, Carlo re dei franchi, Caterina di Russia…), ma anche quello dottrinale e della santità (Basilio, Gertrude…). Se i posteri ratificassero per Giovanni Paolo II (come già a illustri predecessori come Leone e Gregorio) il titolo di grande, che già oggi gli viene attribuito, lo si equiparerebbe per questo ai suoi contemporanei rappresentanti dei grandi Paesi (Usa, Russia, Gran Bretagna…), i grandi della Terra? Quando si parla di grandezza ci si riferisce abitualmente alla levatura morale, all’eccellenza di doti artistiche, all’impegno sociale e civile. Può certamente darsi che gli attuali G8 abbiano, personalmente, una tale levatura, ma non è per i meriti personali che fanno parte del G8. Il criterio della designazione è la loro potenza. Perché allora, più propriamente, non siglare P8: i potenti della Terra? E perché non continuare a riservare il titolo di grande a chi lo è veramente: un giovane che dedica gli anni più belli della sua vita al servizio di gruppi emarginati, un im-prenditore che rischia le sue sostanze per generare posti di lavoro, una donna che affronta con coraggio e generosità la quarta maternità…? La piccola grandissima donna di Nazaret, Maria, non aveva paura di affermare che i potenti sarebbero stati deposti e che al loro posto sarebbero subentrati gli umili, i veri grandi. I potenti potranno nuovamente salire sul trono, ma solo dopo esserne scesi per farsi umili, ossia per stare accanto alla gente così da capirla, condividerne il vissuto, amarla, servirla… Saliranno non più come potenti, ma come grandi.