Il polittico della meraviglia

Torna dopo 555 anni l’opera ricomposta di Piero della Francesca al Poldi Pezzoli di Milano. Una meraviglia dell’arte.
Allestimento della sala del polittico, Museo Poldi Pezzoli, Milano. Foto di Marco Beck Pecoz.

Nella piccole stanze al pianterreno del museo c’è la realtà della contemplazione. Non si finirebbe di immergersi, tanto è lo stupore che ci prende, tanto è l’incanto per un lavoro che sembra portare il divino in terra. Ma non per starci, bensì per trasportare noi su, in quella dimensione del trascendente verso la quale l’arte di Piero tende sempre a farci salire. La sua è una discesa che contiene in sé l’ascesa.

Sant'Agostino e San Michele, polittico di Piero della Francesca, Museo Poldi Pezzoli, Milano
Sant’Agostino e San Michele, polittico di Piero della Francesca, foto del Museo Poldi Pezzoli, Milano

Il polittico che Piero ha dipinto per la sua città, Sansepolcro, nel 1468-69 ed ora è disperso tra vari musei, è finalmente visibile in ciò che rimane. Perduta la cornice gotica, perdute diverse tavole, ne restano otto visibili e ora ricomposte insieme. Ciascuna è posta così vicino a noi che quasi la potremmo toccare. E ognuna è un incontro, o meglio, una rivelazione. Piero infatti è un artista che rivela, che dà alla sua opera un valore epifanico. C’è una luce tutta sua nelle opere, che certo sanno dell’Angelico, di Masaccio, di Domenico Veneziano, coagulati nell’arte di una personalità geniale ed espressiva di altissimo livello come la sua.

Il polittico si trovava sull’altare maggiore della chiesa di sant’Agostino e doveva essere una costruzione imponente, irradiante luce e colore. Noi lo possiamo constatare soffermandoci su ciascuno dei pannelli rimasti. Il san Michele arcangelo dalla spada ”storta” — come quella della Giuditta di Donatello —, è un guerriero vestito di una corazza antica azzurra. Plastico, solenne e tranquillo fa trasparire una inscalfibile serenità nel volto ampio, nei capelli riccioluti, nelle bianche ali pennute. È un giovane sublimato che con totale serenità mostra la vittoria sul drago maligno.

San Giovanni Evangelista è un bel vecchio leggente, indossa una veste preziosa e un manto rosso carminio dalle pieghe profonde. Mirabili le mani bronzee e la figura stagliata sul fondo azzurro come un’apparizione fermata appena scesa a terra. Vasta è la figura di san Nicola da Tolentino nell’abito scuro, la mano benedicente in aria, il sentimento rilassato contro il parapetto marmoreo, solido.

Sant’Agostino è un vescovo severo, statuario, dal piviale splendidamente ornato, si direbbe come una miniatura preziosa. Le altre piccole figure, un tempo sui pilastrini, sono costruite in modo essenziale sul fondo dorato: sant’Apollonia in rosa e celeste, la vecchia santa Monica in abito scuro, san Leonardo sovrappensiero, e la predella con la placida Crocifissione, immobile come sono i personaggi di Piero della Francesca.

La freschezza di un colore puro, di una luce tersa, la solidità della costruzione dei corpi, il sentimento di pace fanno del polittico un’oasi contemplativa che rasserena. È la bellezza senza incrinature di un’umanità realizzata che scende in terra a portare quiete, superato ogni dolore. Assorti a dialogare con questi dipinti, anche il nostro animo si può finalmente “riposare”. E non è poco poter in qualche modo risorgere, come sempre dice l’arte di Piero. Da non perdere.

Fino al 24 giugno 2024 (catalogo Dario Cimorelli Editore).

 

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