Il più grande spettacolo
Fiorello ripropone il varietà classico con canti, balli e gag. Un grande successo.
«Avemo fatto il bottoooo!», è il commento entusiasta di Fiorello dopo il successo strepitoso del suo nuovo programma televisivo, in onda ogni lunedì su Rai 1, #ilpiùgrandespettacolodelmondodopoilweekend. Il simbolo del cancelletto sta a indicare l’hashtag con cui si etichettano gli argomenti su Twitter, mentre il titolo fa il verso a uno degli ultimi successi di Jovanotti a cui è stata cambiata una sola nota musicale, per non pagare i diritti d’autore.
Eppure i soldi c’erano, visto che, pare, il programma costi circa 10 milioni di euro per cinque puntate originali, più una sesta con il meglio delle puntate precedenti. Costi ripagati da ascolti eccezionali: 10 milioni di media con uno share del 39 per cento e punte di 12 milioni e 800 mila telespettatori. Tutto lo show è presentato come un evento unico e irripetibile. Basti notare gli inserti pubblicitari confezionati ad hoc, come per la diretta del Superbowl negli Stati Uniti.
Il programma denota subito un forte impatto visivo, grandiose scenografie basate sul gioco delle luci di scena e sul colore blu, un grande palco e una lunghissima pedana, l’orchestra che suona dal vivo bella musica, le coreografie di Daniel Ezralow nel mitico studio cinque di Cinecittà, gremito di 1500 persone. E soprattutto lui, Fiorello.
Un numero uno come pochissimi, oggi in tivù, che sanno catalizzare l’attenzione sapendo fare il varietà: imitare, far ridere, cantare e ballare. Il di più che offre Fiorello è il saper creare relazioni, duetti originali, giochi di complicità con gli ospiti che lo accompagnano, facendoli scoprire non solo nelle loro qualità artistiche, ma nella loro umanità e semplicità. Graditi sono anche gli accenni alla famiglia alle prese con le battaglie di tutti i giorni, filtrate attraverso lo sguardo ironico e le situazioni di comicità che si creano nella vita quotidiana.
Il programma è curato nei dettagli e dove c’è una partitura precisa c’è spazio anche alle battute e alle improvvisazioni di chi sa fare egregiamente spettacolo. Unica nota da registrare e da migliorare nelle puntate successive, le pause e qualche incertezza che rallenta il fluire dell’evento.
Fiorello mancava da Rai 1 dal 2004 e ha portato nelle case quell’allegria che aveva promesso (anche nella frase con cui ha esordito: «Allegria!») dopo la morte di Mike Bongiorno, che ha salutato nella speranza che dal cielo possa vederlo. Insomma, una vera boccata d’aria in questa tivù asfissiante.