Il più alto d’Europa

Andar per santuari. Anche così tanti trascorrono le vacanze. Una visita a sant'Anna di Vinadio, nel cuneese, pieno di gente e di fede
Sant'Anna di Vinadio

Il caldo e l’afa della piana spingono verso luoghi più freschi, magari tra le vette, dove l’aria è frizzante. E i ritagli di cielo sereno paiono scampoli di seta pregiata. L’acqua è quella che sgorga dalla pietra e quando appoggi le labbra per meritartene un sorso, ti senti gelare dalla gola in giù.

Il tempo delle vacanze, dei brevi riposi, consiglia passaggi in zone da scoprire, in posti nuovi da esplorare. In santuari e abazie alla ricerca di tempo e di spazi per l’anima, che durante l’anno vengono regolarmente sacrificati. L’estate è questo, il tempo del riscatto. Il momento per visitare questi luoghi, che in montagna conducono al rapporto puro con l’assoluto. Che ti lasciano a tu per tu col creatore.

Siamo saliti anche noi verso l’alto. Verso un santuario nelle Alpi cuneesi dedicato alla madre della Madonna. Siamo saliti a Sant’Anna, santuario posto sul confine con la Francia, che vanta di essere il santuario più alto in Europa. Sorge infatti a 2035 metri e si trova lungo la strada che da Vinadio sale al Colle della Lombarda.

La sua storia è antica, poiché tra l'XI ed il XII secolo in prossimità di molti passi alpini e per iniziativa della Chiesa sorsero parecchie chiese-ospizi per assistere i viandanti. Il santuario ha questa origine e una leggenda narra che sant'Anna apparve ad una bimba figlia di pastori, per indicarle il luogo dove costruirlo.

È verso la metà del 1400, attraverso la Chiesa di Oriente che si diffonde la devozione a sant'Anna, e nel 1443 infatti troviamo il primo testo che fa riferimento alla chiesa a lei dedicata. Una storia lunga, fatta tutta di devozione e di pietà popolare che ancora oggi richiama migliaia di persone.

Il periodo di apertura è breve, da giugno a settembre. Prima e dopo c’è la neve. Ma quassù le giornate estive raccontano un paesaggio meraviglioso, le vette dei monti, i laghi, i fiori alpini, le marmotte. Caratteristici poi sono i tanti quadretti posti all’interno del santuario per ringraziare sant'Anna di una grazia ricevuta. Sono appesi tutt’attorno alle pareti, con il racconto del beneficio: vale la pena fermarsi e leggerne alcune.

Tante poi sono le impressioni che pellegrini e visitatori lasciano: «Santuario in un luogo meraviglioso, santo per chi Crede. La chiesa è semplice ed è in salita con alle pereti i ringraziamenti di migliaia di persone che hanno ricevuto una grazia. Il Rettore ha sempre una parola per tutti e soprattutto una benedizione che non fa mai male». «Luogo che invita alla meditazione interiore e alla preghiera. Una particolarità è il pavimento in salita della chiesa. Siamo oltre i 2000 metri e l'aria pura che si respira rafforza lo spirito. Panorama mozzafiato dal piazzale». «Da quassù il Signore lo senti davvero più vicino, è un posto magico dove puoi trovare il silenzio».

Ancora oggi sono tanti i pellegrini che raggiungono il santuario a piedi. È un’antica tradizione. Si percorrono trenta, quaranta anche cinquanta chilometri a piedi. Pregando nella notte, il tratto in salita è meno di venti chilometri ed è posto su un sentiero ben curato che taglia i tornanti della strada per le auto e lascia al sicuro chi cammina. Lo si fa la notte con le torce accese, pregando, cantando o restando semplicemente in silenzio. Salire, staccarsi dai legami quotidiani, per incontrare parole e silenzi che hanno il sapore dell’eterno.

 

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